Maria Teresa Angella
Si è svolta sabato pomeriggio la 60ª assemblea Avis provinciale Parma a cui hanno partecipato i livelli direttivi delle varie sedi. Un momento importante di confronto e riflessione. Presenti anche figure istituzionali come il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma Massimo Fabi, Alessandro Formentini, direttore del Centro trasfusionale, e la consigliera comunale Nadia Buetto, oltre ai rappresentati di alcune associazioni ed enti che collaborano tradizionalmente con l'Avis.
Il 2017 è stato un anno faticoso per le 47 sedi territoriali Avis che hanno visto calare il numero dei donatori (dai 19.606 del 2016 ai 19.384 del 2017) e delle donazioni.
Le donazioni totali di sangue intero nel corso del 2017 sono state 21.166, rispetto alle 22.584 del 2016 e anche le donazioni di plasma sono diminuite da 3.088 del 2016 alle 2.903 raccolte durante il 2017.
Da questa analisi risulta che i donatori non donano con la frequenza e la regolarità del passato e, dato allarmante, si registra una disaffezione del donatore che occorre recuperare e fidelizzare.
Questi temi sono stati al centro dell’intervento di Roberto Pasini, presidente provinciale Avis, che ha presentato anche il bilancio consuntivo del 2017 e il bilancio preventivo del 2018. «Dal 2014 abbiamo un calo delle donazioni, come attestano anche i dati del 2017, e da qui vorremmo ripartire - ha spiegato Pasini -. Occorre rimettere al centro il donatore cercando di instaurare un rapporto interiore positivo che lo metta in condizioni di essere parte attiva. È il presupposto necessario e centro di tutta l’attività. Le sezioni Avis del territorio hanno un importante ruolo sociale e divulgativo da incoraggiare, occorre fare rete».
Sono state presentate anche le pratiche di prenotazione delle donazioni (via telefono, web e presto anche con l’app) che consentono di coordinare al meglio le équipe e ridurre le attese per i donatori.
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