
Potrebbe saltare l'acquisizione del 49% di Iren Ambiente da parte del fondo F2i, controllato dalla Cassa depositi e prestiti. Secondo una lettera firmata dall'amministratore delegato di F2i Vito Gamberale, pubblicata dal "Fatto quotidiano", dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto l'inceneritore, il fondo vuole tutelarsi da eventuali rischi e sospende l'operazione.
L'assessore all'Ambiente Gabriele Folli aveva annunciato questa mattina (mercoledì) che il Comune avrebbe chiesto un'interrogazione parlamentare: «Dopo aver letto che anche un investitore istituzionale è preoccupato e fa marcia indietro dopo aver rilevato i possibili sviluppi dell'inchiesta della magistratura sull'inceneritore, chiederemo un'interrogazione parlamentare. Essendo coinvolta anche la Cassa depositi e prestiti, pensiamo che la vicenda debba essere affrontata a livello nazionale».
E l'interrogazione parlamentare è arrivata nel giro di poche ore. L'inceneritore di Parma «è diseconomico e superato». Così tutti i 53 senatori del M5S hanno presentato un’interrogazione parlamentare «dopo l'annuncio di ritiro da parte di F2i che teme il sequestro o la demolizione dell’impianto a causa delle inchieste in corso». Primi firmatari sono i senatori emiliani, piemontesi e liguri (Maria Mussini, Michela Montevecchi, Elisa Bulgarelli, Adele Gambaro, Marco Scibona, Alberto Airola, Carlo Martelli, Cristina De Pietro), ovvero delle tre regioni che ospitano gli Enti locali proprietari di Iren, la multiutility che ha costruito l'impianto e sta ultimando le prove per l’accensione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA