
Lorenzo Sartorio
E' da quasi cinquant'anni che frequenta il circolo, di cui è il presidente, tutti i giorni che il buon Dio manda sulla terra. Oscar Ruggeri, 78 anni portati bene, presidente del circolo «Amici Artigiani» (soprannominato l'Oca morta) anche se non esibisce la carta di identità, si sente e si vede subito che è un parmigiano. Il suo viso bonario, il suo accento, la sua spiccata simpatia, le sue battute spiritose, non possono che essere frutto di un «pramzàn dal sas» di quelli, però, nati «dedlà da l’acua» come appunto Oscar, nato in via Imbriani. Figlio di Paolo, maestro gelataio con laboratorio in via Golese il quale, in estate, con il cognato «Carlòn» Roveri, girava i paesini della bassa e del primo contado a bordo di quel tradizionale trabiccolo a pedali soprannominato «la näva», Ruggeri, a sedici anni, è assunto come operaio alla Bormioli. Dopo qualche anno si trasferisce a Torino dove lavora sempre in una vetreria e intanto gioca a calcio, come mediano sinistro nel Bainasco. Ritorna a Parma assunto alla Singer come venditore e prosegue la sua attività di calciatore dilettante nel Pro Parma e nel Marinelli.
Non era così facile entrare nel circolo Amici Artigiani una cinquantina d’anni fa. Infatti anche Ruggeri fa la sua bella anticamera e poi, quando giunge il suo turno, viene iscritto in quel sodalizio che, per i parmigiani e per... tutto il mondo, è l'Oca Morta. A questo punto un breve cenno sulla storia di questa realtà è d’obbligo in quanto il circolo di via Costituente è il decano tra i circoli parmigiani. Il sodalizio sorge agli inizi del 1878 in «bórogh Bartàn», ad opera di dodici artigiani provenienti dalla «Casa di Provvidenza Arti e Mestieri» e prende il nome di Società Amici Artigiani. Dopo tre anni, l’istituzione oltretorrentina si afferma, i soci aumentano, viene approvato e varato uno statuto e creata la bandiera sociale. Nel 1901, il circolo, perfettamente costituito, è denominato Società di Mutuo Soccorso fra Amici Artigiani e, da «bórogh Bartàn» (borgo Bernabei), trasferisce la propria sede in borgo Fiore dove rimane fino al 1936. Per quale motivo, dunque, fu battezzato Oca Morta? A questo punto bisogna affidarsi alla leggenda. Si dice che in borgo Fiore una donna del popolo, affacciatasi alla finestra in una giornata di primavera e manifestando tutta l’euforia e la spumeggiante verve che è in grado di testimoniare un’oltretorrentina specie in questa stagione, chiese ad un socio se era proprio quella la società nella quale l’ingresso alle donne era interdetto. Avutane risposta affermativa, con sorriso beffardo, replicò all’indirizzo dei soci del circolo: «Allora siete proprio delle oche morte». Una «bolla» che, dal 1936, il Circolo si porterà appresso con grande humor e altrettanta disinvoltura anche nelle altre sedi di via Imbriani, strada D’Azeglio all’ombra delle Torri dei Paolotti, in borgo delle Grazie ed in via Costituente (l’attuale sede ) dove gli Amici Artigiani alloggiano ormai dal lontano 1950. Un ambiente ancora all’antica dove il bianchino è accompagnato da salume nostrano e uova soda cosparse di sale, dove si possono incontrare gli ultimi «guardiani» di una parmigianità che sta scomparendo, come il nostro Oscar, il popolare Igino Chierici, meglio conosciuto come «Gaión», Giorgio Volta, Walter Ferrari «mitràja» e pochi altri. Melomane, ex loggionista, verdiano doc, Ruggeri, ricorda un episodio di cui fu protagonista proprio nella sede del circolo, alcuni anni fa, quando un socio fu colpito da infarto. Immediatamente Oscar e altri amici lo soccorsero e lo tennero in vita mentre arrivava l'automedica. Si commuove, Ruggeri, quando cita questo episodio come pure quando ricorda le date canoniche del circolo : l'11 novembre, San Martino, che coincide con il pranzo sociale ed il 1° maggio dove, per tradizione, da oltre un secolo, gli «Amici Artigiani» celebrano la «Festa del lavoro» con brindisi e la banda. Recentemente il circolo ha subìto una visita notturna dai ladri che hanno scardinato la porta e asportato il denaro dalla cassa. Un fatto che ha profondamente addolorato il buon Oscar. «Non ci voleva - dice scrollando la testa - con i furti, i vandalismi e la cattiveria a s’ va pòch lontan». E, come si fa, a dargli torto?
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