L'Italia può generare oltre 145 miliardi di euro di export aggiuntivi nel triennio 2013-15, raggiungendo, dagli attuali 473, quota 620 miliardi. Ma per farlo è necessaria una maggiore flessibilità da parte delle aziende, una minore frammentarietà delle proposte e un’autorevole cabina di regia unitaria. Questo, insieme all’attivazione di sistemi di aggregazione delle imprese, ad azioni di tutela del made in Italy e all’incentivazione all’assunzione di giovani professionisti dedicati ai mercati esteri, è il solo modo che abbiamo per poter puntare a un’ulteriore incremento dell’incidenza dell’export sul Pil, oggi pari al 28% (mentre in Germania raggiunge già il 50%). «La sfida dei mercati esteri. Una scelta strategica per le Pmi» si è parlato nel corso di un convegno organizzato dal Marketing Club alla Camera di Commercio di Parma. Dopo l'introduzione de presidente Riccardo Carelli è Renato Gaeta, consigliere Federmanager-Parma e consulente di Networking, a illustrare le prospettive del Piano Nazionale Export 2013-2015: esportazioni per un valore che superi i 600 miliardi. L'Italia ha un grande potenziale da sfruttare nei tre maggiori settori: alimentazione, arredamento e moda.
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