
Andrea Ponticelli
Marco Alinovi, ovvero arbitrare con semplicità. Anche in Ibl1, dove l'«umpire» di Collecchio ha debuttato venerdì sera. Lo hanno designato a dirigere in terza base una classica del nostro baseball: Parma-Bologna, vinta dai felsinei per 2-1.
Chiamare salvo o out con semplicità: e dunque, «non mi sentivo per nulla emozionato». Neanche di arbitrare al debutto ufficiale una squadra di Parma, con ragazzi che magari incontra tutti i giorni per strada: «ci siamo salutati, certo, prima della partita. Ma poi in campo chiaramente eravamo su piani diversi».
Nessuna emozione, dunque. Anche se la prima volta nella massima serie è pur sempre un appuntamento di quelli che si ricordano a lungo: «ma io ho cercato soprattutto di lavorare al meglio».
E lo ha fatto davvero al meglio: quando ha dovuto decidere, non ha mai sbagliato. Anche grazie all'aiuto dei suoi due colleghi, i milanesi Leanza e Grassi: «con loro mi trovo bene. Durante la partita sono stati per me un grande sostegno. Soprattutto per quanto riguarda la meccanica»: ovvero come spostarsi sul diamante in base alle situazioni di gioco.
Finora Alinovi aveva sempre diretto nella seconda serie, cioè con due arbitri. «Cambia parecchio, quando si passa a un arbitraggio a tre. Cambiano i movimenti, che magari hai già automatizzato. Mi sono trovato in difficoltà, ma Leanza e Grassi mi hanno aiutato a superarle».
Debutto atteso. Non è stato una sorpresa.
«I nostri dirigenti ci avevano annunciato che avrebbero utilizzato anche gli arbitri locali a livello regionale, per ridurre le spese delle società. Ma solo in base».
E come arbitro capo? «Per quest'anno non se ne parla. Ma io sono già contento così». Perchè a Marco Alinovi piace arbitrare, in tutte le categorie. Anche e soprattutto nelle categorie giovanili. Da diversi anni è una presenza costante nei tornei estivi, come il «Fontana» a Sala, il «Bruni» a Collecchio, il «Due Torri» dell'Oltretorrente, il «Carpena-Fainardi» della Crocetta.
Sempre presente perchè «sono una palestra inestimabile per imparare il regolamento». Per questo ricorda ancora con affetto la prima partita arbitrata, dopo una carriera da pioniere, da tecnico e da dirigente nel Collecchio baseball: «un'amichevole Ragazzi in via Budellungo. Era il 2005, mi mandò Fuso, allora capo degli arbitri parmigiani». E anche allora non era per niente emozionato.
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