
Monica Tiezzi
«E' inutile fare polemiche sui finanziamenti pubblici che non arrivano: lavoriamo con unità di intenti con i sindacati per dare un aiuto concreto alle popolazioni colpite dalle frane nell'Appennino». Così, con pragmatismo tutto emiliano e con uno spirito solidale che a Parma non è mai venuto meno, Giovanni Borri, presidente dell'Unione parmense degli industriali, ha annunciato l'iniziativa proposta dall'Upi e cui hanno subito aderito Cgil, Cisl e Uil locali: un fondo nel quale confluiranno contributi volontari da parte dei lavoratori, pari ad un minimo di un'ora di lavoro, ed un contributo equivalente dalle aziende.
La firma dell'accordo ieri mattina nella sede dell'Upi alla presenza, oltre che di Giovanni Borri, del direttore dell'Unione industriali Cesare Azzali, del segretario generale Cgil Massimo Bussandri, di quello Cisl Federico Ghillani e di quello della Uil Mario Miano.
Nell'accordo si specifica che la raccolta terminerà il 30 settembre e che le risorse «dovranno essere destinate a interventi di sostegno alle popolazioni, al territorio ed al sistema produttivo colpiti dal dissesto franoso, nei modi e con le forme che ne garantiscano la certezza della destinazione e la più rapida utilizzazione. A tal fine Unione Parmense degli Industriali, Cgil, Cisl e Uil, di concerto con la Provincia di Parma, assumeranno le prime determinazioni entro giugno 2013». Un primo passo cui, annuncia sempre Borri, «seguiranno altre idee, che potremo definire già fra 10-15 giorni, per altri sostegni alle zone interessate dalla frana».
«Questo accordo è un esempio di coesione sociale che appartiene al territorio e che speriamo faccia da apripista per altre iniziative, perchè ciò che è successo nel nostro Appennino rischia di mettere in ginocchio l'economia di un pezzo di provincia - dice Massimo Bussandri - E' un metodo che dovremmo usare in tutte le occasioni di confronto».
«La presenza delle aziende è fondamentale perchè il territorio non si spopoli e non venga abbandonato. Questo dissesto può essere l'occasione per riflettere sul valore e la valorizzazione del territorio», aggiunge Federico Ghillani, che incassa l'approvazione di Mario Miano.
Un appello raccolto da Cesare Azzali, che però invita ad un atteggiamento più reattivo gli abitanti della montagna, i primi a dover contrastare l'abbandono. Un esempio da seguire? «Quello che è riuscito a fare a Bardi l'ex manager Ibm Andrea Pontremoli, che con i suoi progetti informatici ha rivitalizzato un territorio marginale, coinvolgendo i giovani e riportandoli a vivere nel comune. Questa è la vera solidarietà».
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