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visioni d'artista

Gianfranco Papotti, nei meandri delle fantasie recondite

Gianfranco Papotti, nei meandri delle fantasie recondite

di Katia Golini

02 Novembre 2025, 12:21

Il veliero fatato, mosso dal vento che infuria e agita le onde e le leggere ali di farfalla calza a pennello con il suo pensiero di neurologo, neuropsichiatra, psicoterapeuta, che aiuta i pazienti a tornare a volare. Gli piace Dalì perché entra nei meandri delle fantasie più sfrenate, nei giochi di immagine più sfrontati e surreali. Lo copia e ricopia su piccole tele che custodisce con cura, durante le ore libere dal lavoro, perché la sua vera arte non è tanto la pittura quanto la cura delle menti. Attraverso l'arte, ma soprattutto attraverso la parola.
Per descriversi adotta la parola missione: Gianfranco Papotti ha scelto di vivere per aiutare chi ha bisogno di supporto nei momenti di fragilità. Bambini, adolescenti, ma anche adulti che si sono affidati a lui hanno sempre trovato un punto fermo, instancabilmente pronto a dare attenzione e ascolto. «Dedico il mio tempo agli altri affinché possano trovare orizzonti migliori. Cosa può esserci di più bello?». A questo scopo è diventato affascinante divulgatore, conferenziere appassionato e preparato dallo studio e dalla lunga esperienza. Ogni azione è volta al prossimo.
Oltre alla professione che occupa ancora gran parte del suo tempo, la passione per la pittura trova spazio come momento di riflessione interiore e pausa dall'impegno quotidiano, sempre sotto la guida dell'amico Stefano Magnani, alla cui scuola partecipa da anni. L'esercizio di concentrazione sulle opere dei grandi surrealisti non toglie nulla alla capacità creativa liberamente ispirata alla sua professione, ossia a sogni, visioni, a volte mostri che si avvinghiano nella mente degli esseri umani. E' sempre l'esercito di figure che popolano la mente a dare vita ai suoi lavori su tela. Un viaggio nel mistero e nell'umanità a cui Papotti dà voce attraverso le immagini dipinte. «Mi sento libero perché amo tutto quello che faccio. Mi sento libero perché continuo a guardare attorno a me, ma soprattutto a guardarmi dentro. Senza pensare al denaro».

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