
Mariagrazia Manghi
MEDESANO Missione compiuta, con qualche risvolto inatteso e un po' di suspense, per la sonda Shape realizzata all'interno di un progetto di studio che ha coinvolto alcuni studenti degli istituti superiori Ulivi, Marconi, Bertolucci di Parma, Gadda di Fornovo e Archimede di San Giovanni in Persiceto, coordinati dal ricercatore e astrofilo Marco Bastoni e da Irene Dardani.
La nuova capsula spaziale alla terza uscita oltre l'atmosfera, è stata lanciata dalle colline di Medesano, sabato intorno alle 21.45 dal giardino di Villa La Caplèra. «Il nostro obiettivo è sostenere iniziative culturali – hanno ribadito con soddisfazione Gianpaolo Ceci e Roberto Formaggioni dirigenti dell'associazione La Caplèra – in questo caso si tratta di promuovere il sapere scientifico con un'azione che coinvolge i giovani e guarda al futuro delle tecnologie».
La sonda di circa 40 cm di diametro, è un prototipo realizzato con stampante 3D, contenente una fotocamera e sensori in grado di misurare dati come il livello delle radiazioni, l'umidità e le temperature; agganciata a una bolla di elio che ha dato la propulsione è stata inviata in quota, nel cielo nero dello spazio. «30 km era l'altezza che avevamo programmato; il volo totale avrebbe dovuto avere una durata di circa 2 ore con la salita di circa 70 minuti e la discesa morbida favorita da un paracadute rosso. Il gps a bordo ci avrebbe fornito la posizione dell'atterraggio – ha spiegato il capo missione Marco Bastoni - la fotocamera ad alta risoluzione e sensibilità contenuta nella sonda avrebbe guardato la terra, in particolare il nord Italia, riconoscendo le luci delle città. Lo scopo dell'esperimento è quello di misurare l'inquinamento luminoso di un'area che va dal Lago di Garda alla Toscana, arrivando ai due mari». Il progetto di collaborazione interscolastica, alla terza edizione, si è fatto più ambizioso sia nella costruzione degli strumenti, sia negli obiettivi, spingendo lo sguardo verso un orizzonte più vasto. «Due ore e mezzo dopo il lancio non avevamo ancora segnali di vita dalla sonda, pensavamo fosse caduta in un'area senza copertura o in un fiume – racconta Bastoni – Alle 2 di notte avevamo perso le speranze. La mattina di domenica ho fatto qualche altro tentativo di chiamare il Gps e intorno alle 11 ho ricevuto il primo segnale proveniente dalla località Pietranera nel comune di Pellegrino parmense».
Arrivati sul posto indicato dalle coordinate Bastoni e i suoi collaboratori hanno trovato una casa disabitata e solo dopo qualche ora di ricerca sono riusciti a contattare il proprietario. Era stato proprio lui che, andando a funghi nei boschi aveva trovato quello strano oggetto e pensava di consegnarlo la mattina successiva i carabinieri di Vigoleno. «Gli abbiamo raccontato il progetto – dice Bastoni – e lui ci ha riconsegnato la sonda, danneggiata nell'impatto, ma con le strumentazioni integre. I dati scaricati immediatamente ci dicono che è salita fino a 18.000 metri, misurando una temperatura esterna di -60°. Non è arrivata alla quota che avevamo programmato e dovremo capire il perché, ma ci ha restituito immagini eccezionali del nostro cielo illuminato la notte». Il progetto Shape prevede un nuovo lancio diurno la prossima primavera.
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