
MARIAGRAZIA MANGHI
NOCETO Prima la cerimonia ufficiale “a porte chiuse” nella sala del consiglio comunale, poi con tutti gli amici davanti al municipio hanno ripetuto la formula del sì.
È successo a Noceto dove il sindaco Fabio Fecci si è attenuto alle disposizioni straordinarie che vietano la concentrazione di persone in spazi ristretti, ma poi ha concesso il “bis” affinché i neo sposi potessero condividere il rito con tutte le persone care accorse a festeggiarli.
Ilva e Joni, giovani residenti a Noceto, 20 anni lei, 29 lui, cittadini albanesi, avevano deciso la data da settimane e avevano invitato una bella schiera di familiari, conoscenti e compagni di lavoro a partecipare al giorno più bello.
Ma anche i matrimoni non possono sfuggire alla stretta regolamentazione dei provvedimenti adottati da Regione e ministero della salute per arginare l’epidemia di Coronavirus. Davanti al sindaco Fabio Fecci, nella casa comunale che è deputata alla cerimonia istituzionale con delibera della giunta trasmessa al Prefetto, come previsto dall’articolo 3 del DPR 3 novembre 2000 n° 396, sono potuti salire solo gli sposi e i testimoni, mentre familiari e amici si sono dovuti fermare fuori dal municipio.
«Dobbiamo rispettare chi lavora in questi uffici, perché la salute viene prima di tutto – ha detto il primo cittadino portando gli anelli e presentandosi sorridente insieme agli sposi sul piazzale dove gli invitati erano in attesa – abbiamo già dato lettura degli articoli 143, 144, 147 del codice civile che riguardano i doveri coniugali e ora replicheremo la formula».
È stato quindi un coro di “sì” quello che si è levato festoso quando il sindaco ha fatto le domande di rito del “Vuoi tu…” seguite dalla risposta degli sposi e lo scambio degli anelli nuziali. Il piazzale del municipio si è quindi trasformato in una sala nuziale con il lancio del riso e dei coriandoli, il brindisi e la musica dedicata agli sposi. «Vi auguro tanta gioia e serenità, che siano irresistibilmente contagiose e un buon viaggio nella vostra vita insieme» ha detto il sindaco consegnando a Joni e Ilva, che hanno fatto richiesta della cittadinanza italiana, una copia della Costituzione e il tricolore.
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