
Non molto ingegnoso il sistema per cercare di non lasciare traccia. Annullare gli scontrini che erano stati battuti: così aveva fatto la cassiera di un supermercato per tentare (maldestramente) di non far capire che 6.240 euro realmente incassati erano in realtà finiti nelle sue tasche. Denunciata dai responsabili del centro commerciale, ieri la donna - 55 anni, residente a Langhirano - ha patteggiato 10 mesi per appropriazione indebita e per tentata appropriazione indebita. Oltre alla somma prelevata direttamente dalla cassa, infatti, i carabinieri le avevano trovato altri 828 euro, quando l'avevano bloccata all'uscita dal lavoro. Il giudice Paola Artusi le ha concesso la sospensione condizionale della pena.
Due settimane con strani conteggi riguardanti quella sola cassa: così erano nati i sospetti sulla dipendente. Alla fine di novembre del 2015 erano cominciati i primi annulli di scontrini, che poi si erano protratti fino all'11 dicembre, quando la responsabile del supermercato si era presentata davanti ai carabinieri. A quel punto i militari avevano subito escogitato il piano d'azione, suggerendo alla direttrice di chiamarli immediatamente nel caso si fossero verificate ancora anomalie quello stesso pomeriggio, visto che la donna era di turno.
E non c'era stato bisogno di attendere molto perché già poco dopo le 14 la guardia giurata aveva chiamato i carabinieri per dire che c'erano state alcune operazioni di annullo degli scontrini. Che poi diventeranno otto, per un valore complessivo di 828 euro. E' così che, alla fine del turno di lavoro, la donna si era ritrovata faccia a faccia con i carabinieri. Alla richiesta di restituire gli 828 euro, però, aveva in un primo momento negato tutto. Negato di aver preso quella somma, ma subito dopo, non potendo giustificare gli annulli, aveva consegnato 1.800 euro. Ammettendo anche di aver sfilato i soldi dalla cassa quel giorno e anche nella giornata precedente.
r.c.
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