
CHIARA DE CARLI
TORRILE E’ un grande dolore quello che ieri mattina ha colpito tutta la comunità torrilese all’arrivo della notizia della morte improvvisa di Luigi Riccardi, «colonna» della parrocchia di San Biagio e di diverse associazioni del territorio, benvoluto e stimato da tutti.
Una scomparsa che nessuno poteva aspettarsi, nonostante durante l’ultimo anno l’età avesse iniziato a farsi sentire accentuata forse dall’isolamento forzato a causa della pandemia che gli aveva impedito di dedicarsi alle sue numerose attività e interessi e, soprattutto, di riunire attorno a sé le persone più importanti della sua vita: i figli e i nipoti.
Classe 1938, Riccardi era nato a Ravadese nel podere della sua famiglia.
La sua grande fede lo aveva portato in seminario e poi, compreso che non era quella la sua strada, al liceo classico. «Non finì l’università ma sono certa che sarebbe stato un bravo insegnante» dice la figlia Maria Cristina.
Invece Luigi andò a lavorare prima da Greci e poi alla Salvarani, dove visse gli anni dei successi e il declino successivo fino al fallimento.
«Per lui sono stati anni di sofferenza, ma aveva imparato a compensare le scarse soddisfazioni lavorative con l’impegno da volontario» ricorda il figlio Matteo. Nel frattempo, insieme alla moglie Lina, con cui fra qualche mese avrebbe festeggiato i 55 anni di matrimonio, si era trasferito a Torrile, e così proprio questa comunità, a partire dalla parrocchia di San Biagio, ha potuto «godersi» il suo carisma.
«Dalla fine dell’estate iniziava a spulciare gli archivi per invitare le famiglie che festeggiavano gli anniversari di matrimonio alla festa dell’8 dicembre – ricorda don Daniele Bonini, ex parroco di Torrile e oggi rettore del seminario -. Poi c’era da preparare la festa patronale, con le tombolate al circolo e il pranzo, l’accompagnamento musicale della messa e la recita del rosario nel mese di maggio. Si impegnava molto perché i partecipanti alle iniziative fossero felici. Lo ricorderò sempre per la battuta sempre pronta e la capacità di pensieri profondissimi».
Capocomico del gruppo dialettale «I Torilés», assistente nelle iniziative della Polisportiva, cameriere alla Festa del Lambrusco, Riccardi era stato anche per decenni in prima fila all’Avis, associazione di cui oltre che «medaglia d’oro» era l’organizzatore di gite ed escursioni e di momenti conviviali, e dal 2002 si era avvicinato alla Pubblica Assistenza di Colorno e nel 2017, anno del 110° anniversario dell’associazione, gli era stata conferita la benemerenza per l’impegno profuso.
«Oltre ai servizi ordinari, in cui si distingueva per il modo di interagire con gli assistiti - sottolinea il presidente Umberto Bernardi -, era sempre disponibile ad organizzare iniziative per tenere alto il morale dei militi. Resterà sempre uno di noi e ci mancherà molto».
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