SULLA MASSESE
Langhirano - Uno scatto che immortala una doppia violazione: entrambi i veicoli infatti procedono nelle direzioni non consentite incuranti degli obblighi imposti dalla segnaletica, rappresentando un potenziale pericolo per la circolazione.
La fotografia, scattata dal consigliere comunale a Langhirano e anima del gruppo Massese per la Vita Enrico Sicuri, racconta quello che quotidianamente avviene all’incrocio tra la Massese e strada della Badia, dove lo scorso 15 gennaio è avvenuto il tragico incidente in cui hanno perso la vita Martina Karakach, Joseph Venturini e Renat Tonu.
In attesa che il tanto agognato progetto della rotatoria diventi realtà, un mese circa dopo lo schianto è stata modificata la viabilità, con un provvedimento preso da Anas assieme al comune di Langhirano, che impedisce l’attraversamento della strada, istituendo l’obbligo di svolta a sinistra in tutte le direzioni.
Obbligo che però, come lamentano i residenti, viene quotidianamente ignorato. «La situazione è disastrosa - spiega Sicuri -. Nessuno rispetta la segnaletica. Per questioni lavorative nei giorni scorsi sono spesso stato a casa e, abitando vicino all’incrocio, ho potuto nuovamente constatare il constante mancato rispetto degli obblighi da parte degli automobilisti. E mancano i controlli. La Massese è una strada che viene monitorata, ma non in quel punto. Gli automobilisti non rispettano le regole, sfrecciano veloci, sorpassano irresponsabilmente ed è necessario vigilare sulla situazione. Negli ultimi quattro anni su questa strada sono morti 4 giovani e la situazione continua ad essere preoccupante. Mi sono preso a cuore la questione anche per questioni personali, ma in questi anni non ho visto un cambiamento».
Anche Ilaria Alfieri, la mamma di Martina Karakach, sta dedicando tempo ed energie per vedere in sicurezza quell’incrocio, perché nessun altro genitore debba combattere con il dolore che sta vivendo e nell’associazione «2nove9», nata per supportare le vittime della strada e i loro famigliari, ha trovato un prezioso aiuto. «Grazie al presidente Roberto Concedda - racconta - è stato aperto un dialogo con la Prefettura per poter arrivare a mettere in campo azioni concrete e mettere in sicurezza una strada che tutti i dati definiscono «pericolosa»».
Maria Chiara Pezzani
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