La testimonianza
Nicola Gandolfi, parmigiano in Madagascar: «Il colpo di Stato? Un nuovo inizio»
Di questi giorni non dimenticherà mai un'immagine ben precisa. Un atto di coraggio e ribellione insieme: «Ho impressa nella memoria la scena dei militari che girano la macchina blindata, come a dire: noi non vogliamo sparare sui nostri fratelli e chiediamo giustizia». Un gesto simbolico che «segna la fine e un nuovo inizio».
Così Nicola Gandolfi, 50enne parmigiano che vive da anni in Madagascar, commenta quello che i media, nelle ultime ore, hanno definito un vero e proprio «colpo di stato»: il parlamento ha votato, per la prima volta, la destituzione del presidente Andry Rajoelina («che pare sia fuggito all'estero in aereo») e i militari hanno annunciato la presa di potere. Lo hanno fatto dopo essersi schierati con i giovani del movimento «Generazione Z», che da settimane sta protestando contro il governo e la corruzione. Nella capitale, Antananarivo, un fiume di persone nelle ultime ore ha festeggiato tra canti e balli. L'annuncio del cambio di potere è stato annunciato tre giorni fa, in diretta tv: «A partire da questo momento assumeremo il potere - ha dichiarato il colonnello Michael Randrianirina alla tv di Stato -: scioglieremo il Senato e l'Alta Corte, ma lasceremo che l'Assemblea nazionale continui a lavorare».
La scintilla è stata quella rabbia generazionale che ha inondato il Paese negli ultimi giorni. Anche Gandolfi, a 300 chilometri dalla capitale, ad Ambositra, ha potuto osservare «l'impegno delle giovani generazioni». Sonno arrivati, con la loro rabbia e la loro voglia di cambiare il mondo scendendo in piazza. «Ho pensato subito: era ora - afferma Gandolfi senza alcun dubbio -. Era ora che qualcuno protestasse contro la presidenza». Perché? «I problemi durano da tempo», spiega Gandolfi. Lo sa bene Nicola, nato a Parma e cresciuto a Baganzola, e che in Madagascar ha vissuto dal 2000 al 2002 per volontariato e dove è tornato nel 2006 per rimanerci (vive lì con la moglie e due figli). Nel 2012 ha fondato l'associazione «Tsiry Parma», che si occupa di tutela ambientale e ha contribuito al benessere della comunità costruendo ospedali, coinvolgendo la popolazione nella salvaguardia delle foreste, fornito appoggi sociali e realizzato attività di alfabetizzazione. Conosce quel territorio da vicino. E sa che «in questi anni l'amministrazione malgascia non ha dato importanza all'ambiente, alla tutela delle persone povere, alla manutenzione stradale e ai problemi legati all'acqua e alla luce». L'elenco è lungo. E ogni «critica» viene seguita da esempi concreti. «Il presidente ha fatto costruire una teleferica per visitare la città dall'alto, quando le strade sono disastrate e impraticabili», racconta Gandolfi.
Le ultime ore hanno segnato il cambiamento, «o così si spera». Cosa si aspetta Nicola da questa novità arrivata «all'improvviso» e nata da una giovane scintilla? «Al momento non c'è una figura politica in grado di prendere in mano la situazione - risponde -. Ma le cose credo stiano procedendo in modo positivo: non si respirano, per ora, disordini o attriti». Torna, nelle sue parole, anche la fede. Fortissima. Che dà un significato all'azione. «Sta procedendo tutto secondo il piano di Dio: il popolo del Madagascar è molto credente: sarà aiutato». Fede anche nel prossimo: «Questo non è un colpo di Stato - è sicuro -: ma una presa di responsabilità».