
Quaranta chili di dinamite distribuiti in 12 candelotti posizionati dal superesperto Danilo Coppe e dalla sua équipe nelle fessure rocciose del costone che sovrasta la strada Anzola- Romezzano-Spora-Travaglini e Costa D’Azzetta non sono bastate a mettere definitivamente in sicurezza l’importante frana che a fine dicembre aveva scaricato sassi, piante e detriti sulla carreggiata isolando per molte ore 50 persone, molti capi di bestiame e alcuni laboratori di piccoli artigiani.
Ieri, poco dopo le 11 un primo scoppio seguito da un secondo: un fumo denso è salito verso i tornanti del Passo del Tomarlo e una slavina di sassi e piante si è staccata dalla montagna cadendo sulla strada comunale che costeggia il torrente Ceno. Una pulizia veloce degli operai del comune e la via è stata provvisoriamente riaperta. «Un primo scoppio che va nella direzione auspicata, quella di mettere in sicurezza la fondovalle del Ceno - ha detto il sindaco Gianpaolo Serpagli -. Abbiamo attivato l’esperto Danilo Coppe proprio perché le frazioni interessate non rimangano isolate».
Tra qualche giorno dunque Coppe tornerà per una seconda operazione mirata a demolire l’ultimo strato di roccia che ancora pende pericolosamente verso il basso.
«Era previsto che la demolizione dei costoni di roccia venisse effettuata in due fasi - ha spiegato «Mister Dinamite» - dal momento che non era possibile frantumare e staccare totalmente la parete anche perché dopo un attento sopralluogo abbiamo notato che erano due strati di roccia indipendenti. Perciò abbiamo concordato con l’amministrazione comunale un secondo e definitivo intervento. Sarà questione di giorni, il tempo di preparare le cariche necessarie ed individuare i punti in cui posizionarle».
Sul posto il sindaco Serpagli, il suo vice Squeri con il delegato del comune di Bedonia alla Protezione civile Oppici e il tecnico Belli oltre ai carabinieri della stazione di Bedonia.
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