Ammonterebbe a oltre 300 mila euro la cifra pagata dal Genoa a Leopizzi e soci in cambio della «pace» nello stadio e fuori con gli ultrà, dal 2010 al 2017. Emerge dall’inchiesta. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile, il pagamento avveniva versando i soldi a una società che a sua volta girava i bonifici a una seconda società per prestazioni in realtà mai avvenute. La prima società è la «4 any job», in cui lavorava Sergio Lagomarsino (già noto per associazione a delinquere finalizzata alla prostituzione) e la seconda è la Sicurart, i cui soci erano Marashi e l’avvocato Riccardo Caramello. Le due aziende si occupano di fornire steward ai club genovesi. Entrambe erano finite nel mirino dei carabinieri perchè avrebbero impiegato persone pregiudicate.
La procura aveva chiesto l’arresto per 8 dei 15 indagati ma il gip lo ha respinto. Il pubblico ministero Francesca Rombolà ha fatto appello e nelle prossime settimane verrà fissato l'appello davanti al Riesame.
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