ROMA
(ANSA) - ROMA, 02 NOV - Un buono scuola a livello nazionale che renda la parità scolastica più concreta di quanto sia attualmente. "Ringrazio l'attuale governo di avere avuto il coraggio dei politici di un tempo" e avere messo in campo nuovi fondi, per esempio per gli alunni disabili, "ma ora chiedo il coraggio del buono scuola nazionale che aiuterebbe le classi sociali più svantaggiate a scegliere liberamente la scuola". E' quanto dice suor Monia Alfieri, membro dell'Unione Superiore Maggiori d'Italia, che domani mattina sarà in audizione alla Commissione Bilancio del Senato sulla manovra. Suor Alfieri si presenterà in Parlamento con una serie di dati, a cominciare da quel calo del 35% degli alunni nelle paritarie perché queste scuole non ce l'hanno fatta a reggere i costi con rette sopportabili dalle famiglie. "Proliferano le scuole dei ricchi con rette da oltre 20mila euro l'anno ma noi non vogliamo la segregazione scolastica e accogliere anche i figli delle famiglie meno abbienti". Il buono scuola - spiega suor Alfieri all'ANSA - funziona in alcune regioni che lo hanno adottato, come Veneto, Lombardia e Piemonte. "A 25 anni dalla legge sulla parità voluta dall'allora ministro Luigi Berlinguer, ancora dobbiamo superare le ideologie perché questa emorragia dalle scuole paritarie", che soprattutto al Sud continuano a chiudere, "lede il pluralismo educativo che invece è fondamentale per la democrazia". (ANSA).
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