lettera al direttore
Egregio direttore,
mi permetto, tramite il suo giornale di rivolgere alcune domande al vicesindaco Bosi sulla gestione della piscina di via Zarotto.
Quando 25 anni fa mi trasferii a Parma per lavoro, andare a nuotare alla piscina comunale di via Zarotto negli orari del nuoto libero: per me che venivo dal Sud avere la possibilità di nuotare «quando potevo», senza vincoli di giorno o orari era un sogno (al Sud il concetto di nuoto libero non esisteva). Dal nuoto libero pian piano sono passato alla squadra master del Nuoto Club 91 e da lì tutte le mie amicizie da emigrante si sono sviluppate. I miei più cari amici (parmigiani doc) sono nuotatori che hanno passato una vita nel nuoto Club 91 e ora nel Villa Bonelli Master. In parallello nella mia carriera di manager ho anche convinto la mia azienda a sponsorizzare per due annate il Nuoto Club 91, sempre con via Zarotto come nostro luogo di ritrovo e di fatica dopo le giornate di lavoro.
Oggi via Zarotto chiude (per tre anni? Chissà!). Tuttavia quello che mancherà a Parma non è l’impianto in sé, ma una concezione di sport (natatorio, in questo caso) a prezzi calmierati, di associazionismo e di volontariato a favore del privato. E da qui un po' di domande al vicesindaco Bosi.
Perché durante il periodo di chiusura forzata degli impianti non si sono fatti interventi? Perché solo alla riapertura ci si è accorti (che sbadati!) del tetto pericolante (che in realtà era parzialmente crollato mesi prima) costringendo ad uno stop l’impianto per ben 4 mesi per mettere una rete di protezione?
Perché improvvisamente tutti i problemi idraulici, di areazione sono comparsi da quando è arrivato il nuovo gestore? Sappiamo tutti che c’erano anche prima, allora abbiamo nuotato tutti: adulti, bambini, agonisti in un impianto non sicuro negli ultimi anni? Il comune e l’asl non se ne sono mai accorti prima?
L’agonistica costa, secondo lei i privati punteranno a sviluppare e far crescere i nuotatori del futuro o piuttosto ad utilizzare tutti gli spazi possibili per attività molto più redditizie? Sappiamo tutti, dopo i vari lockdown quanto sia importante far tornare i ragazzi alla normalità e a sane ed educative abitudini come lo sport: come vede lei il nuoto e le discipline correlate tutte in mano ad operatori privati? Mi piacerebbe rispondesse a queste domande ma non con le solite frasi fatte della retorica politica (tipo: «la sicurezza dei fruitori prima di tutto!») come ha fatto sui social.
Parma, 14 febbraio
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