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lettera al direttore

La piscina di via Zarotto: il vicesindaco risponda

di Paolo Nisci

17 Febbraio 2022, 11:01

Egregio direttore,
mi permetto, tramite il suo giornale di rivolgere alcune domande al vicesindaco Bosi sulla gestione della piscina di via Zarotto.

Quando 25 anni fa mi trasferii a Parma per lavoro, andare a nuotare alla piscina comunale di via Zarotto negli orari del nuoto libero: per me che venivo dal Sud avere la possibilità di nuotare «quando potevo», senza vincoli di giorno o orari era un sogno (al Sud il concetto di nuoto libero non esisteva). Dal nuoto libero pian piano sono passato alla squadra master del Nuoto Club 91 e da lì tutte le mie amicizie da emigrante si sono sviluppate. I miei più cari amici (parmigiani doc) sono nuotatori che hanno passato una vita nel nuoto Club 91 e ora nel Villa Bonelli Master. In parallello nella mia carriera di manager ho anche convinto la mia azienda a sponsorizzare per due annate il Nuoto Club 91, sempre con via Zarotto come nostro luogo di ritrovo e di fatica dopo le giornate di lavoro.
Oggi via Zarotto chiude (per tre anni? Chissà!). Tuttavia quello che mancherà a Parma non è l’impianto in sé, ma una concezione di sport (natatorio, in questo caso) a prezzi calmierati, di associazionismo e di volontariato a favore del privato. E da qui un po' di domande al vicesindaco Bosi.
Perché durante il periodo di chiusura forzata degli impianti non si sono fatti interventi? Perché solo alla riapertura ci si è accorti (che sbadati!) del tetto pericolante (che in realtà era parzialmente crollato mesi prima) costringendo ad uno stop l’impianto per ben 4 mesi per mettere una rete di protezione?
Perché improvvisamente tutti i problemi idraulici, di areazione sono comparsi da quando è arrivato il nuovo gestore? Sappiamo tutti che c’erano anche prima, allora abbiamo nuotato tutti: adulti, bambini, agonisti in un impianto non sicuro negli ultimi anni? Il comune e l’asl non se ne sono mai accorti prima?

L’agonistica costa, secondo lei i privati punteranno a sviluppare e far crescere i nuotatori del futuro o piuttosto ad utilizzare tutti gli spazi possibili per attività molto più redditizie? Sappiamo tutti, dopo i vari lockdown quanto sia importante far tornare i ragazzi alla normalità e a sane ed educative abitudini come lo sport: come vede lei il nuoto e le discipline correlate tutte in mano ad operatori privati? Mi piacerebbe rispondesse a queste domande ma non con le solite frasi fatte della retorica politica (tipo: «la sicurezza dei fruitori prima di tutto!») come ha fatto sui social.

Parma, 14 febbraio

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