Il direttore risponde
In difesa del Gerundio
Ogni giorno Giuliano Molossi risponde ai lettori

di Giulia Caramagna
03 Luglio 2014 - 16:48
Premetto che sono una semplice studentessa universitaria, non ritengo di avere una cultura enciclopedica, specie sulla lingua italiana, né di essere dotata di chissà quale verve. Credo invece di essere una delle più grandi sostenitrice della lingua italiana, so di esprimermi bene e di avere un minimo di cultura di base grammaticale.
Nello scritto di de Chicchis si parla di come il gerundio appesantisca il discorso: non lo condivido.
La ripetizione di qualsiasi parte del discorso, rallenta e stona: l'uso smodato di avverbi, di virgole, di imperativi, di subordinate...ma ripetere e/o usare fino all'estremo una qualsiasi cosa, stona pure nella quotidianità. Basta un po' di moderazione e il gioco è fatto.
Un Paese che può vantare la lingua più complessa e difficile, in quanto ricca e articolata, anzichè fare di tutto per mantenerla tale (nel limite del possibile e della ragione), mi sembra invece che faccia di tutto per impoverirla sempre di più...
E' già aberrante e triste che il congiuntivo sia in disuso e che sia destinato a scomparire (detto dai linguisti), ma che oltre a questo si ìnciti all'abbandono del gerundio, no! Non posso accettarlo!
Se esiste ci sarà un motivo, o no? E perché non dare una dignità anche a lui, poverino? Che male vi ha fatto?
Per di più ho l'impressione che questa nostra continua corsa verso la modernizzazione, il tentativo di metterci al pari con gli altri paesi europei, ci stia portando ad assumere gli aspetti più negativi di questi idoli a cui ci ispiriamo: a livello archeologico possediamo la maggior parte dei beni artistici, non solo europei, ma mondiali? Non va bene, adeguiamoci e lasciamo che ne crolli qualcuno. A livello linguistico si spronano i giovani a parlare inglese (pensando erroneamente che sia la lingua più diffusa, anche se in realtà è lo spagnolo)? Adeguiamoci anche qui! Lingua molto meno ricca e difficile dell'italiano, lasciamo che impoverisca anche questo nostro aspetto.
In merito alla curiosità che racconta di come Lei, direttore, abbia rifiutato un brillante ragazzo che nel curriculum aveva scritto: «avendo sempre amato scrivere», parto dal presupposto che non mi permetto di insegnarle il suo lavoro e che de gustibus non est disputandum, ma vorrei comunque sapere come valuta i giornalisti, o personaggi televisivi, che in pieno programma uccidono il congiuntivo, confermando a milioni di italiani che dire «se io farei» non è un errore. Terrificante!
Si invita poi ad avvicinarsi al gerundio solo se poeti oppure lasciare questo ingrato compito a Leopardi. Perché?
Significa che ci sono tempi verbali per la prosa e tempi verbali per la poesia? Non mi risulta.
Detto ciò, concludo dicendo che anziché dissuadere i giovani dall'usare il gerundio, sarebbe forse meglio insegnarne l'uso corretto, anziché evitare totalmente ciò che non ci piace.
Anziché condannare un tempo verbale che non ha colpa di esistere, spaventando chiunque osi solo immaginare di usarlo in un testo prosastico, sarebbe il caso di insegnare la differenza tra grammatica per messaggi telefonici e grammatica per tema scolastico, datosi che questa continua ignoranza fa sì che ci siano ragazzi che pensano che Nino Bixio, sia in realtà Nino Bi-per-io... Lascio a voi i commenti.
Io, personalmente, più che preoccuparmi di chi, coraggiosamente, vuole imparare a migliorare il proprio italiano, o arricchirlo, mi preoccuperei per chi invece lo conosce a malapena, ignorando interi aspetti della lingua che quotidianamente usa.
Signor direttore,
le scrivo in merito ad un articolo che ho letto sulla Gazzetta di ieri, 1 luglio: «Gerundio, istruzioni per l'uso» di Tristano de Chicchis.
Cara Giulia,
comincio col dire che la tua lettera mi è piaciuta moltissimo. E' bello sapere che esistono ancora ragazzi che si appassionano nella difesa della lingua italiana, e che addirittura si mettono davanti al computer per protestare (garbatamente come hai fatto tu) con il direttore di un giornale per un gerundio! Cara Giulia, il titolo della rubrica «Scioglilingua», martedì nella pagina della cultura, era «Gerundio, istruzioni per l'uso». Già dal titolo, dunque, si capisce che non incitiamo affatto a buttare il gerundio alle ortiche, come tu dici, ma suggeriamo semmai ad usarlo correttamente, con parsimonia, con buon senso, con intelligenza. Non ce l'abbiamo con il gerundio, che usato bene è bellissimo, ce l'abbiamo con chi ne abusa. E quell'aspirante giornalista che disgraziatamente scelse di cominciare il suo curriculum con un gerundio («Avendo sempre amato scrivere...») secondo me ne abusò. Ma non è vero che lo esclusi per quel motivo: proseguendo (vedi che il gerundio lo uso anch'io?) nella lettura del curriculum trovai anche di peggio.
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Margherita
05 Luglio @ 12.33
Cara Giulia, la tua lettera mi allarga il cuore, sì proprio "cuore" scritto con la "c" e non quell'obbrobrio che quotidianamente mi tocca leggere, nell'insegna di un bar del centro situato proprio accanto alla fermata dell'autobus, in cui cuore è scritto appositamente, bellamente e spudoratamente con la "Q"!!! Ci vorrebbe una task-force.....anzi no, mi correggo e lo scrivo in italiano, una "squadra speciale" per controllare che le insegne e gli avvisi vengano scritti in italiano "corretto". E se l'errore non è dovuto ad ignoranza ma fatto apposta per attirare gigionescamente l'attenzione, giù una bella multa per "deturpazione aggravata della lingua italiana".
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Biffo
04 Luglio @ 12.19
Direttore e Giulia, intendendo, potendo e volendo difendere il gerundio, ma non il famigerato gerundivo, parto aggiungendo un aneddoto della mia carriere di prof di Lettere, a proposito di strafalcioni nella lingua italica. Citandone uno tra i tanti, ricordo che, avendo l'intenzione di rimediare un precedente fiasco in Letteratura italiana, un mio alunno 16enne, alzò la manina, chiedendomi se poteva farsi interrogare, illustrandomi un suo commento ad una poesia di Pascoli. Mi precisò che era nientepopodimeno che "Ics Agosto". Io rimasi lì interdetto, gli feci scrivere sulla lavagna il titolo; trattavasi di "X Agosto"…Capperi, ma sto usando forse troppi gerundi?
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Stefano
04 Luglio @ 09.50
D'accordo con lei meno che per quanto riguarda la lingua inglese. In tutto il mondo si parla inglese e non spagnolo. A parte l'america e la la spagna tutto il resto del mondo parla inglese, africa, asia, europa, perfino in america i popoli di lingua spagnola studiano l'inglese, anche in spagna si studia l'inglese. Cordialmente.
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