federalberghi
«Il brand Italia si esporta nel mondo anche grazie all’eccellenza dei prodotti che il nostro Paese possiede in misura direi infinita. La cucina d’autore rappresenta la virtù che si applica alla materia prima. Ho sempre sostenuto che fare rete nel comparto dell’enogastronomia significa diventare più forti. Pensiamo a quanto hanno funzionato in questo senso i modelli europei. Facendo sistema e collegandosi ai vari organismi preposti si può strutturare un’attività come Ambasciatori del Gusto, rendendo la nostra qualità enogastronomica e il nostro sapere un elemento sempre più forte di attrattività anche per il turismo straniero».
Lo dice lo chef stellato Carlo Cracco, tra i protagonisti della 72/a assemblea di Federalberghi in corso a Parma. Ma aggiunge: «Negli ultimi tempi, soprattutto dopo la pandemia, si è certamente notata una carenza di forza lavoro sia in sala che in cucina, forse anche una disaffezione a questo lavoro, alla quale bisogna rispondere mettendo al centro di tutto la formazione. E’ da qui che dobbiamo ripartire, investendo sulle scuole, sull'insegnamento e sulla preparazione professionale di questi ragazzi, cercando di dare loro una possibilità di crescita e nuovi sbocchi professionali».
- «Rispetto a qualche anno fa, la ristorazione in albergo è diventata un elemento di attrazione. C'era un vecchio detto: 'il tovagliolo mangia il lenzuolo" ed è vero che i costi del ristorante sono altissimi e il margine è stretto. Eppure negli ultimi anni siamo riusciti a far diventare i ristoranti perno di attrazione turistica. Negli alberghi oggi si respira un’altra aria». Lo dice lo chef stellato Carlo Cracco tra i protagonisti della 72/a assemblea di Federalberghi in corso a Parma. E aggiunge: «Il ristorante e l’hotel di qualità diventano un riferimento della città ed evitano il turismo 'mordi e fuggi". Ma il territorio è fondamentale: è l’insieme degli attori che vincono e l’obiettivo deve essere sempre la qualità: il cliente torna per quello».
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