di MARA VAROLI
Claudia, la voce più bella. Una professionista, elegante, ironica e sempre presente, appena bussavi alla sua porta. Come due settimane fa, quando Mauro Coruzzi l'ha invitata alla sua trasmissione «Finalmente Venerdì» su Radio Parma: «Ridevamo di quello che abbiamo combinato nel tempo. Claudia - ha detto Coruzzi al tg di 12 Tv Parma - era una compagna di vita».
Se n'è andata in silenzio, nella sua bella casa di Maiatico, dove viveva con gli inseparabili gatti, la cagnolina Pepa e con il fratello Emilio. Claudia Magnani è morta ieri all'età di 65 anni. E la meritata pensione l'ha goduta davvero poco.
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Addio a Claudia Magnani, il ricordo di Gabriele Balestrazzi - Video
Un mancato medico prestato ai microfoni, così amava definirsi. Insieme ad Anna Maria Bianchi era stata il primo volto del tg dell'allora Tv Parma, oggi 12 Tv Parma, e ancora prima speaker di Radio Parma. Così aveva raccontato alla Gazzetta di Parma in una delle tante interviste: «Virginio Menozzi era un amico di famiglia e proprio a una festa di paese della nostra Sala Baganza mi disse: "Vieni a vedere Radio Parma?". Era la novità del momento e così per curiosità sono andata». Era il settembre del 1976: «Menozzi mi ha fatto sedere davanti al microfono per leggere il giornale radio. Dopodiché mi ha fatto leggere il Tg davanti alle telecamere: così mi hanno chiesto di lavorare per un'ora al giorno, anche perché ero iscritta a Medicina e non mi era mai venuto in mente di fare la giornalista. C'era Anna Maria Bianchi. E Betti Zanlari, che faceva le interviste con il registratore portatile: il famoso Geloso».
Claudia Magnani, tra i mille programmi, ne aveva condotto anche uno per bambini delle elementari e per ragazzi delle medie. Si chiamava «Giocate con noi», un gioco a quiz con la finale al sabato. E la Magnani lo conduceva insieme a Corrado Abbati. Un programma di successo che ha cresciuto più generazioni. Tant'è che aveva conservato le letterine che le scrivevano i bambini e i pupazzi che le regalavano.
Da un'ora al giorno, la Magnani è passata all'impegno quotidiano: «Il lavoro mi piaceva - ripeteva in tante occasioni -. Una scelta di vita, in radio e poi in tivù, con Drapkind, Nuccio Acquarone, Pierpaolo Mendogni, Ivo Allodi, Aldo Curti e Gabriele Balestrazzi». Per 30 anni ha letto il telegiornale e ogni mattina alle 7 era a Radio Parma per la rassegna stampa. Senza dimenticare che ha condotto trasmissioni di musica e di cucina. Poi, una parentesi fuori confine: ha lavorato in Rai nel programma «Rock 80», «ma il mio legame con Parma, con la famiglia, i miei animali e la mia collina era troppo forte», non si stancava di dire. E da Roma è tornata: «Le soddisfazioni sono state tante: al di là delle gratificazioni degli ascoltatori, il momento più emozionante è stato quando nel gennaio del 2005 per i 30 anni di Radio Parma l'ex sindaco Ubaldi ci ha consegnato l'attestato di civica benemerenza, che è stato come ricevere un premio alla carriera», aveva sottolineato alla Gazzetta di Parma.
Da lì era nata la famosa diretta dal palazzo del Governatore e la festa di Radio Parma era diventata la festa della città. Così come ora, la notizia della sua scomparsa è un lutto per Parma e la provincia. Soprattutto, per le sue amiche è un grande dolore: «Era una grande persona - dice Tiziana Azzolini -. Di Claudia ho un dolcissimo ricordo: stravagante, non passava di certo inosservata e aveva sempre la battuta pronta». E Cristina Menozzi: «Claudia era una ragazza d'oro. Spesso in questo anno di lockdown ho pensato: se la Claudia dovesse non stare bene, può anche capitare che non si faccia nemmeno sentire. E così è stato. Era l'amica di una vita - si commuove -, un'amicizia nata tra i banchi di scuola al Maria Luigia. Ci si divertiva tanto con lei: Claudia era una donna spiritosa, faceva sempre le imitazioni. Soprattutto, era una donna intelligente».
E l'immagine di Maiatico, corre a quella piccola chiesa e a don Italo Miodini, scomparso ormai da anni, a cui Claudia era molto affezionata: raccomandava spesso articoli per aiutare la parrocchia. Così come era sempre tra i tavoli alla festa della Malvasia per raccogliere fondi per la chiesa. Là dove serviva torte e caffé. Con il grembiule, certo, ma i tacchi non mancavano mai.
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