Caterina Zanirato
Un collegamento diretto quello che la comunità salesiana e l’associazione Libertà parmigiana vogliono realizzare con la popolazione di Haiti, per aiutarla a superare questo momento di emergenza e contribuire a costruire un futuro migliore, grazie al progetto «Bonjou Haiti» e al contributo di tutti i cittadini. Un collegamento che è iniziato con la telefonata di don Adriano Bregolin, vicario del rettor maggiore dei salesiani di don Bosco, al rettore maggiore don Pascual Chavez, al momento impegnato proprio sul fronte haitiano, che ha potuto raccontare in diretta al pubblico presente ieri all’auditorium del Carmine la situazione in cui vive la popolazione.
Don Adriano, infatti, è appena tornato da Port au Prince, dove la comunità salesiana è impegnata con vari progetti, tutti vanificati dal terribile sisma. E si è reso garante della trasparenza del progetto che la comunità salesiana insieme all’associazione Libertà parmigiana ha voluto realizzare, per donare fondi ai confratelli impegnati ad Haiti. «Il terremoto ad Haiti si è verificato ben prima di quello dello scorso gennaio - spiega don Adriano -. La popolazione vive in estrema povertà, non esiste un sistema sanitario, c’è una grande diffusione dell’Aids, è presente una mortalità infantile spaventosa: ogni anno, su 100 minori di 5 anni ne muoiono 10. L’industria più fiorente è quella dei rapimenti. Le famiglie arrivano a vendere le proprie figlie per poter permettere ai maschi di sopravvivere. Per questo i salesiani costruiscono scuole e progetti per togliere i ragazzi dalle strade. Purtroppo, però, il terremoto ha distrutto quasi tutto».
«Bonjou Haiti» è nato proprio per restituire alla popolazione una speranza per un futuro migliore. Il tutto grazie all’impegno di don Giuliano Giacomazzi, direttore dell’istituto salesiano di Parma, e di Pino Agnetti, presidente di Libertà parmigiana, che a marzo si recherà ad Haiti per garantire l’uso benefico dei fondi raccolti.
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