Quest’anno la tradizionale Mostra d’autunno dello studio d’arte Gherardi (la rassegna è aperta fino al 6 novembre nella galleria di strada San Nicolò 8) si presenta particolarmente stimolante e interessante. Infatti, viene esposta e messa in vendita una collezione di dipinti dell’Ottocento italiano (con numerose opere di artisti parmensi) già appartenuta a un colto e raffinato gentiluomo della nostra città. Si tratta di una serie di dipinti, perlopiù di piccolo formato, selezionati con la passione e la sensibilità del vero connoisseur nel corso degli anni. E’ sorprendente come il filo conduttore di questa collezione coincida perfettamente con la filosofia della galleria: ricercare e proporre opere di qualità pittorica elevata e capaci di trasmettere all’amatore tutta quella serie di emozioni che rendono questa passione così piacevole, culturale e coinvolgente. Il viaggio inizia con due deliziosi disegni del pittore di Marano Giuseppe Bricoli, in cui traspare l’affinità michettiana, per poi proseguire con una delicata e limpida figura di bambina di Amedeo Bocchi, con un prezioso acquerello di Giuseppe De Nittis, raffigurante due figurine femminili, una deliziosa scena di due piccole fioraie del romano Mario Spinetti, un angolo di giardino delicatamente reso dai pastelli di Giuseppe Casciaro, un’animata veduta londinese del napoletano Eugenio Scorzelli e una piccola vela nella laguna del veneto Pietro Fragiacomo.
Ma il viaggio non finisce qui: si possono infatti gustare quattro architetture di Vincenzo Brenna, che lavorò per lo zar delle Russie a San Pietroburgo, e una grande allegoria del pittore bergamasco Giuseppe Carnelli. Infine, immancabili nella ricerca della galleria, alcune gustose curiosità parmigiane: un raro dipinto figurativo di Gioacchino (Giò) La Macchia, l’olio raffigurante uno scorcio dell’Oltretorrente di Ubaldo Bertoli, una piazza Garibaldi d’inizio secolo di Emilio Trombara (rara, perchè l’artista è noto soprattutto come scultore), un’angolo della città del grande Latino Barilli e le quattro incisioni ottocentesche di Vincenzo Botti, raffiguranti le quattro statue dei fiumi (oggi purtroppo in cattive condizioni, per colpa del maltempo) che adornano il ponte di Maria Luigia sul fiume Taro. T. M.
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