Arte-Cultura
"Shakespeare? Ascoltiamolo"

05 Gennaio 2011 - 23:54
Il traduttore e saggista Luca Fontana pubblicherà a maggio 2011 per la casa editrice Il Saggiatore i primi tre testi in edizione tascabile di una serie di nuove traduzioni di Shakespeare. «Molto rumore per nulla», «Sogno della notte d’estate» e «Troilo e Cressida», tenendo fede a quanto prospettato nel suo saggio sulla traduzione del teatro shakespeariano, «Shakespeare come vi piace», daranno inizio a una nuova serie che, a partire dal nome («Shakespeare, traduzioni per il teatro»), propone traduzioni che tengano conto degli aspetti vocali, ritmici, gestuali della lingua shakespeariana.
«Tutto il teatro elisabettiano - afferma Fontana - non era destinato a una lettura a tavolino, ma all’azione viva sulla scena; un testo nasceva per essere emesso da voce e corpo dell’attore e percepito dall’orecchio dello spettatore. E’ interessante che all’epoca non si dicesse andare a ''vedere'' (''to see''), ma a ''udire'' (''to hear'') una commedia. I valori fonici del testo sono spesso veicoli fondamentali del senso». Prima della pubblicazione dei testi sarà possibile «ascoltare» la nuova traduzione di «Molto rumore per nulla» nella nuova produzione di Fondazione Teatro Due che debutterà sabato alle 21 per la regia di Walter Le Moli (con repliche fino al 23).
Nella commedia un gruppo di militari appena tornati dalla guerra si ritrova in un mondo più cortese, prevalentemente femminile, dove si svolgono le vicende di quelli che di solito vengono identificati con i protagonisti: Benedetto e Beatrice, due bisbetici indomabili.
«In realtà - precisa Fontana - si tratta di un testo molto complesso con uno strano rovesciamento di equilibri; i protagonisti sono almeno due coppie simmetriche: Ero e Claudio, Beatrice e Benedetto. Apparentemente l’amore è il motore scatenante, ma come sempre accade in Shakespeare, la commedia altro non è che una tragedia evitata e dietro all’amore si celano problematiche ben diverse: conflitti di sesso e genere, classe e potere».
I problemi di traduzione emergono subito dai dialoghi di Beatrice e Benedetto: «I due - continua Luca Fontana - sono maestri di ''wit'' (la parola “arguzia” non basta). E’ quel sottile gioco (tipico della cultura secentesca inglese, ma anche spagnola) di spiazzamento costante del senso; di continuo straniamento delle parole che produce umorismo e, a un tempo, dubbio sulle nostre certezze. Il problema per un traduttore oggi è riuscire a estrinsecare tutti i livelli di ambiguità sottesi alle parole dei personaggi e farli arrivare al pubblico». La messa in scena di Walter Le Moli calerà «Molto rumore per nulla» nel clima ottimistico dell’immediato dopoguerra, nell’atmosfera musicale dell’epoca, fatta di boogie woogie, swing e jazz alla Glenn Miller, ispirandosi alla leggerezza della commedia sofisticata hollywoodiana – da non dimenticare che l’origine del dialogo a rapido ping-pong verbale nella commedia cinematografica americana è proprio il teatro comico shakespeariano. «L’ambientazione scelta dal regista - prosegue il traduttore - ha tutta la mia approvazione; crea un contesto ideale per far emergere i conflitti di cui parlavo prima: rudi maschi tornano dalla guerra e vengono accolti in un mondo più gentile che vorrebbe divertimento e piacere. E invece…».
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