Le norme che riconoscono la qualifica di restauratore sono da oggi legge, grazie al sì definitivo, in sede legislativa, da parte della commissione Cultura della Camera.
«Con l’approvazione in via definitiva del disegno di legge per il conseguimento delle qualifiche professionali di restauratore il Parlamento ha finalmente dato risposta ai professionisti di un settore strategico per il nostro Paese, qual è il restauro dei Beni Culturali – afferma Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione e relatrice della legge - Seppur con i tempi ristretti, dettati dallo scadere prematuro della legislatura, la Commissione Cultura si è assunta la responsabilità di compiere un passo necessario per riconoscere la professionalità e la dignità del lavoro di più di 20 mila esperti che operano per la tutela del nostro patrimonio culturale. Purtroppo non ci sono i tempi tecnici per varare un testo normativo che preveda un sistema di garanzie della qualificazione professionale anche per gli altri operatori dei Beni Culturali. Il Partito democratico – conclude Ghizzoni – si impegna, a partire dalla prossima legislatura, a colmare il vuoto normativo per garantire qualità e competenze per tutti i professionisti del settore».
Soddisfatti Matteo Orfini, responsabile cultura del Pd, e il senatore Andrea Marcucci, primo firmatario del provvedimento al Senato. «Dopo anni di immobilismo – affermano – il Parlamento è finalmente riuscito a modificare le condizioni di accesso alla professione di restauratore. Una nuova legge che interrompe un lungo periodo di stagnazione e che torna a dare dignità ad un mestiere fondamentale nel settore dei beni culturali. Il testo prevede una selezione pubblica (valutazione di titoli, di attività svolte, e attribuzione del relativo punteggio), che si concluderà entro il 30 giugno 2015, una prova di idoneità con valore di esame di Stato abilitante, riservata ai collaboratori restauratori e a una serie di profili di studio della durata di almeno cinque anni, la creazione di un registro pubblico del ministero, suddiviso per settori di competenza. La legge, che coinvolge circa 20 mila persone, definisce così un sistema di qualificazione equilibrato che tiene conto dei diversi percorsi formativi e professionalizzanti delle migliaia di restauratori fino ad oggi privi di un riconoscimento. Di fatto erano stati lasciati fuori migliaia di validi professionisti che con questo provvedimento possono avere invece un equo riconoscimento. Altrettanto importante – concludono Orfini e Marcucci – è l'ingresso riconosciuto ai giovani laureati».
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