Il vino
Pachino, terra da rosso Tra pomodori e vino
18 Luglio 2008 - 16:04
di Andrea Grignaffini
Nell’estrema punta meridionale della Sicilia orientale si trova la località di Pachino, zona fortemente vocata, oltre che alla celebre coltivazione del pomodoro, alla viticoltura in rosso.
La storia della famiglia Rudinì risale ai secoli scorsi essendo tra i fondatori della città con il suo feudo di quattromila ettari.
Vediamo una breve carrellata sui vini più rappresentativi dell’azienda partendo da Saro Eloro Pachino Doc da uve Nero d’Avola della zona di Pachino e Rosolini. Vinificato con metodo tradizionale e macerazione delle uve pigiate, dopo la fermentazione malolattica è affinato in barrique per sei mesi e successivo affinamento in bottiglia. All’olfatto si presenta con profumi di frutta di bosco, ciliegia e note di vaniglia e rosa. In bocca è morbido con tannini in giusto equilibrio.
Altro vino da uve di Nero d’Avola, l’Eloro Pachino con macerazione delle uve pigiate fino alla fine della fermentazione. Dopo la malolattica è affinato per un anno in barrique. Si presenta color rosso rubino carico con un’unghia violacea, al naso sentori di frutti di bosco, ciliegia e rosa, al palato è strutturato, morbido con tannini in evidenza. Ancora da uve Nero d’Avola, Nero d’Avola Igt dal colore rosso rubino profondo, e richiami olfattivi di frutti di bosco e ciliegia.
Un blend di Nero d’Avola, Syrah, Merlot e Cabernet per il Sitarè Sicilia Igt da uve della provincia di Siracusa. Affinamento in tini d’acciaio per tre mesi e continua in bottiglia. Color rosso rubino intenso rilascia profumi minerali, in bocca è sapido e persistente. Altro rosso di carattere, il Syrah Igt, un vitigno internazionale molto bene adattato al suolo siciliano: si presenta con sentori di frutta a polpa rossa, al palato è dolce e morbido.
Passiamo ai vini bianchi con Moscato di Noto Doc Baroque da uve dell’area di Rosolini raccolte in ottobre, un vino elegante, delicato, suadente con aromi di frutta candita, mandorla, ananas. Il Grecanico, altro vitigno autoctono siciliano costituisce la base per il Grecanico Igt dagli intensi profumi di frutta esotica a polpa bianca, dal sapore fresco e piacevolmente equilibrato.
Chiudiamo con l’Inzolia Igt vitigno autoctono a bacca bianca: si presenta di un delicato color paglierino e dai profumi agrumati che in bocca rivelano una bella freschezza.
NOVITA' DALLA VAL D'ORCIA:
LE «FRASI» DI CAPITONI
Sangiovese e uvaggi autoctoni
Marco Capitoni nella sua azienda «Sedime» produce vino in una delle zone più vocate d’Italia, la Val d’Orcia, in un territorio assurto con il tempo e il costante lavoro dell’uomo a notevoli risultati in campo enologico che hanno ottenuto importanti riconoscimenti.
La famiglia ha radici lontane, la proprietà è censita già dal 1692 ma specialmente in questi ultimi anni si è strenuamente impegnata nella produzione di vini di qualità dal tipico vitigno sangiovese ad altri autoctoni del territorio impiantando nuovi vigneti in terreni di origine marina, misti tufacei a residue conchiglie risalenti a milioni di anni fa, con un’esposizione a Sud e un microclima ideale. Il risultato è la produzione di vini di qualità come Sedime, la sua prima etichetta.
Ultimo nato Frasi 2005 Orcia Doc: il nome deriva, appunto, da una frase in etichetta coniata dallo stesso Capitoni e che viene cambiata ad ogni annata.
Frasi è un uvaggio di sangiovese con piccole parcelle di canaiolo e colorino con vendemmia manuale.
Dopo la diraspatura, il mosto fermenta in acciaio passando poi in botti di legno di rovere provenienza Allier per circa due anni.
Il risultato è un vino con etichettatura limitata (solo 4323 bottiglie). Significativa la frase in etichetta della prima annata, il 2005: «una lepre a correre sfidai, la raggiunsi… mai!». Il senso della sfida in un’etichetta.
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