Avrebbe trascorso 31 anni di prigionia, e sarebbe ancora viva. Il fratello di una donna giapponese rapita dagli agenti della Corea del Nord quando aveva 29 anni, nel 1977, ha dichiarato che la sorella non è morta. A darne notizia sarebbe stato un funzionario di Pyongyang, che avrebbe riferito a un uomo d’affari cinese l’intenzione del suo governo di organizzare un incontro tra Kyoko Matsumo, la ragazza rapita nella prefettura di Tottori (Giappone centrale occidentale) e la sua famiglia.
Il ministro degli Esteri di Tokyo, Hirofumi Nakasone, intervistato sul caso ha osservato che «se le informazioni sono vere, la signora Matsumoto sta bene e questa è una buona cosa. Faremo ulteriori sforzi – ha aggiunto – per raggiungere una risoluzione attraverso i canali diplomatici».
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