«Il sole e la neve» è sbarcato in Russia. Il libro, scritto da Luigi Alfieri, con le preziose illustrazioni di Enrico Robusti, e pubblicato da Fermoeditore, è stato tradotto e pubblicato in cirillico per iniziativa del poeta Vadim Terechin, co-presidente dell’Associazione degli scrittori russi. La presentazione al pubblico del volume è avvenuta nel prestigioso contesto della trentaseiesima edizione del festival Puškin, che si è tenuta nei giardini di villa Goncharov, nel distretto di Kaluga. Villa Goncharov, ora «Museo Puškin», è la principesca residenza in cui il sommo poeta visse a lungo dopo avere sposato la bellissima Natalia Gonciarova, corteggiata da tutto il belmondo di Sanpietroburgo, compreso lo zar Alessandro. Ed è proprio per difendere l’onore di Natalia, oggetto di spiacevoli lettere anonime, e il proprio, che Aleksandr Sergeevič Puškin morì in duello nel 1837, a soli 38 anni di età. Il festival si è inaugurato nella villa-museo e la presentazione del libro è avvenuta nel bosco che lo circonda in una radura in cui troneggia la statua del vate, il cui volto è caratterizzato dagli inconfondibili tratti africani (il padre era di origini abissine). Dopo la declamazione di poesie dedicate a Puškin e l’omaggio delle autorità all’effigie dell’artista, l’opera di Luigi Alfieri è stata presentata da Vadim Terechin e dalla giornalista Nanuly Kumelascvili, che ha fatto anche da interprete. Terechin ha spiegato che il libro si compone di 142 micro-racconti che assommati, si trasformano in un romanzo autobiografico: la storia di quattordici anni di vita di un bambino che cresce, che è anche il pretesto per raccontare le trasformazioni della natura nel corso dei mesi. «Proprio l’amore per i campi, per i boschi, per i fiumi - ha spiegato il poeta – dà al libro un’impronta adatta al lettore russo. E’ su questi temi che si riscontrano strette analogie tra due mondi così lontani, anche se in realtà i sentimenti dell’uomo pure a distanza di migliaia di chilometri sono spesso analoghi». Durante le interviste televisive al canale regionale e quello nazionale, ha destato particolare interesse il racconto della ritirata di Russia da parte di uno dei personaggi del libro: per i giornalisti locali è stato singolare confrontare versioni così diverse dei dolori nati dalla seconda guerra mondiale, che qui si chiama Guerra Patriottica. Un rovesciamento di prospettive straordinario, che ancora una volta ha messo l’accento sull’assurdità dei conflitti armati. Al termine della presentazione Vadim Terechin ha conferito a Luigi Alfieri la medaglia Vasiliy Makarovich Shukshin per meriti letterari istituita dall’Associazione degli scrittori russi.
Inviaci il tuo commento
Condividi le tue opinioni su Gazzetta di Parma