In libertà, con il solo obbligo di firma. Dopo otto mesi di arresti domiciliari, a Paolo Cittadino, 44 anni - accusato di aver ceduto metadone a Valentina P., la ragazza di 18 anni morta nel marzo del 2008 - è stata revocata la misura cautelare dal giudice Gennaro Mastroberardino, il magistrato davanti a cui si sta svolgendo il processo per la scomparsa della studentessa.
La richiesta è stata presentata nei giorni scorsi dal difensore di Cittadino, Sandro Milani. Ieri, la decisione del giudice. «Dopo otto mesi di domiciliari, ritenevamo che non sussistessero più i presupposti per la misura cautelare, in particolare la possibilità di reiterazione del reato. E il giudice ha accolto la richiesta, nonostante il parere sfavorevole della procura», spiega il legale.
Oltre a Cittadino, è imputato - sempre con l'accusa di aver ceduto dosi di stupefacente che poi avrebbero causato la morte della ragazza - anche Giuseppe Cocconcelli, 28 anni, il ragazzo con cui Valentina trascorse l'ultima notte nell'appartamento di borgo Mazza in cui si sentì male. Cocconcelli è ancora agli arresti domiciliari: per il momento, infatti, i suoi difensori Andrea Bonati e Michele Dalla Valle non hanno presentato istanza per ottenere la revoca della misura.
Intanto, per quanto riguarda il processo, il giudice ha affidato a tre specialisti l'incarico per svolgere una perizia medico-legale sulla morte della ragazza, dopo che i consulenti della difesa avevano adombrato il possibile ruolo di un problema cardiaco da cui Valentina sarebbe stata affetta. Il Ris dovrà inoltre analizzare una bottiglia in plastica trovata a casa di Cocconcelli dentro cui potrebbero essere rilevate tracce di metadone. Prossima udienza l'11 giugno.
Inviaci il tuo commento
Condividi le tue opinioni su Gazzetta di Parma