La passione per la Vespa, l'impegno in azienda e l'amore per il calcio. Riassumere la vita di Luigi Minelli in poche righe è difficile, tanta era l'energia e l'entusiasmo che metteva in ogni impegno quotidiano, ma sono queste le tre cose che meglio riescono a disegnare la fisionomia di un carattere allegro, solare e divertente. Nato il 19 maggio del '72, Luigi aveva da poco festeggiato il 37esimo compleanno, prima che la sua corsa verso il mare si fermasse in una maledetta curva.
A poche ore dalla tragedia i genitori di Luigi Minelli, che abitano in un appartamento in via Volturno, non sapevano ancora nulla della tragica scomparsa del figlio. Poco dopo le 18 di ieri, quando sul marciapiedi di fronte a casa si era radunato un gruppetto di amici, la mamma e il papà di Luigi erano arrivati a bordo di una monovolume, ancora all'oscuro di tutto. L'unica notizia in loro possesso era che mentre andava al mare, Luigi era rimasto vittima di un brutto incidente. Ma gli occhi lucidi e la voce rotta dal dolore degli amici erano già un segnale inequivocabile per la madre del giovane. «Se parlate di Luigi dite solo cose belle, era una persona fantastica, nella vita non si è mai fatto mancare nulla, ed era una persona buona, solare e sorridente», spiega con la voce rotta dal pianto un'amica prima di partire verso Pontremoli.
La vita di Luigi si divideva fra la passione per il calcio e il lavoro in azienda. Laureato in Economia e commercio, Minelli lavorava come alto dirigente alla Bormioli Rocco di Fidenza, mentre il tempo libero lo passava sui campi da calcio della provincia. Sotto il profilo sportivo la sua è stata una carriera fra i pali: per molti anni ha vestito i colori dell'Astra, e anche nel campionato amatori, dove giocava con la maglia dell'Adv, il suo ruolo era quello di portiere.
Luigi, proprio per il sua carattere estroverso, era conosciuto da tutti nella zona di via Isola, dove era nato e cresciuto, tanto da rimanere nei luoghi dell'infanzia anche dopo essersi sposato. Qui tutti lo conoscevano con il soprannome de «il Mino», nato dalla storpiatura del suo cognome. Luigi abitava in via Nullo insieme a Paola, insegnante, sposata otto anni fa nella chiesa di Barbiano, e gli invitati alla cerimonia si ricordano ancora che gli sposi erano partiti a bordo della Vespa, l'altra grande passione di questo 37enne innamorato della vita. La coppia non aveva figli.
A poche centinaia di metri dall'appartamento dove l'uomo viveva insieme alla moglie, in via Volturno abitano i genitori, che ieri pomeriggio sono partiti alla volta di Pontremoli, ancora all'oscuro del drammatico epilogo dell'incidente in cui è rimasto coinvolto il figlio.
Oltre ai genitori e alla moglie, Luigi lascia anche il fratello Paolo, che poco tempo fa aveva dato alle stampe un libro dal titolo «Un uomo è felice», in cui viene raccontata la storia insolita di un parmigiano costantemente felice fin dalla nascita. Una felicità che ricorda quella di Luigi, quella gioia di vivere che traspare dai racconti degli amici che ancora non riescono a credere che il «Mino» non c'è più.
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