Tutti uniti senza distinzioni contro il progetto del ministero della Cultura di declassare l'Archivio di Stato di Parma togliendogli la funzione dirigenziale e rendendolo così un ufficio periferico di minore importanza.
Ha ottenuto l'unanimità dei consensi l'ordine del giorno presentato congiuntamente da Natalia Borri del Pd e Paolo Conforti di Impegno per Parma dopo che la stessa Borri aveva posto la vicenda all'attenzione del consiglio comunale. «Togliendo la fnnzione dirigenziale a Parma, sede storica che risale ai tempi del dominio farnesiano e che comunque è sempre stata di primo livello dall'Unità d'Italia in poi - ha spiegato la Borri - si rischia un grave declassamento, compresa la chiusura dell'importante scuola di archivistica, una delle più importanti d'Italia. E' una decisione incomprensibile e che va contro la storia, per cui chiediamo al sindaco di intervenire per evitare un grave depauperamento culturale della nostra città». Sulla stessa linea Conforti, che ha parlato di «necessità di mantenere Parma allo stesso livello di tutte le capitali preunitarie, che hanno archivi di Stato con dirigenti, come Torino, Modena, Firenze e cosi via». Poi, il «sì» unanime dei 33 consiglieri in aula.
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