Parma
Cambi, il futuro da imprenditore è ancora lontano

18 Luglio 2009 - 19:27
Georgia Azzali
Punterà sul suo talento creativo, l'ex re della Margherita. Su una nuova linea di magliette che è un inno alla rinascita: «Freee», con tre «e», perché sia esclamazione vera. Ma Matteo Cambi - libero da giovedì dopo un paio di mesi di carcere e altri dieci ai domiciliari tra comunità Betania e villa di famiglia - non potrà certo ripresentarsi come imprenditore dall'oggi al domani. Lui, come la madre Simona Vecchi e il patrigno Gianluca Maruccio De Marco, hanno patteggiato 4 anni per bancarotta fraudolenta (con un mese di condono per i reati commessi prima del maggio 2006), ma devono far fronte a un lungo periodo di interdizione dalle cariche sociali. Dieci anni durante i quali non potranno ricoprire ruoli societari. «Cambi non vuole fare l'imprenditore, potrà comunque lavorare come consulente o essere assunto come dipendente», sottolinea il suo difensore Stefano Putinati.
Un percorso segnato da alcune tappe obbligate. Il gup, con il parere favorevole della procura, ha concesso a Cambi e famiglia la libertà, perché sono venuti meno i presupposti della misura cautelare. Nessun pericolo di reiterazione del reato, né di inquinamento delle prove o di fuga. Inoltre, avendo alle spalle un anno di pena e avendone ancora poco meno di tre da scontare, la legge concede a tutti e tre la possibilità di essere affidati in prova ai servizi sociali. Dovranno passare ancora alcuni mesi prima dell'udienza davanti al Tribunale di sorveglianza di Bologna, ma la strada sarà quella. «Per quanto riguarda Cambi, in particolare, continuerà l'affidamento terapeutico al Sert e allo stesso tempo l'obiettivo è quello di trovare un lavoro», spiega Putinati.
Ma anche per madre e patrigno con l'affidamento in prova dovrebbe arrivare un nuovo impiego. «E' un aspetto che dovremo affrontare - dice il difensore Mario Bonati - ma prima di chiedere l'affidamento in prova dovranno passare necessariamente alcuni mesi».
A spianare la strada verso i domiciliari, prima, e ora alla libertà è stato anche il maxi risarcimento che Cambi e famiglia hanno messo a disposizione dei creditori: 21 milioni di euro soprattutto in beni immobili. E' questo l'accordo tra curatela fallimentare e creditori firmato lo scorso novembre. Ciò significa che la gran massa di coloro che vantavano crediti non possono più pretendere nulla, anche se il termine ultimo per insinuarsi al passivo è il 23 dicembre prossimo.
Il buco complessivo? Ancora non è possibile avere una cifra precisa, proprio perché la procedura non è finita, ma al momento il passivo fallimentare è di circa 100 milioni. E in quattro mesi ne sono stati recuperati la metà: una cifra record, perché spesso si va avanti per 10-15 anni, arrivando a mettere insieme ben poco se si considerano anche le spese.
Insomma, soddisfatti o meno, la gran parte dei creditori ha firmato l'intesa e avrà quanto concordato in tempi brevi. I 21 milioni di euro sono la stima fatta sui beni messi a disposizione dalla famiglia. A parte i Rolex di De Marco - che hanno fruttato 860mila euro - e un bilocale in strada Nuova per cui sono arrivate numerose offerte, il patrimonio di casa Cambi andrà all'asta in autunno. E il ricavato - crisi permettendo - potrebbe superare le previsioni.
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