Se vuoi farti amico una persona, un modo è imitarne i gesti: il rapporto si rafforzerà e si creerà un legame con l’altro. E' quanto dimostra uno studio su scimmie condotto da un gruppo di scienziati dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr), dell’università di Parma e del National Institutes of Health. La ricerca è stata pubblicata su Science.
Imitare è per l’uomo una forma di adulazione: numerosi studi hanno evidenziato che quando si viene imitati, inconsciamente si sviluppano in noi atteggiamenti positivi verso chi ci imita. «Sorprendentemente, coloro che vengono imitati sentono un feeling positivo e una maggiore empatia nei confronti di chi li imita – spiega Elisabetta Visalberghi, primatologa dell’Istc-Cnr – inoltre in certe situazioni le persone sono più inclini ad aiutare gli imitatori che i non imitatori di sè».
Gli esperti hanno studiato gli effetti dell’imitazione su una specie di scimmie sudamericane delle dimensioni di un gatto, i cebi dai cornetti, perchè sono socievoli, tolleranti e flessibili nei loro comportamenti. Alle scimmie veniva data una pallina bucata e piena di uvette che gli animali cercavano di tirar fuori in tutti i modi. Due sperimentatori copiavano i gesti delle scimmie alle prese con la pallina, ma solo uno di loro imitava perfettamente l’animale. «Dopo questo semplicissimo 'trattamento' – spiega Francesco Ferrari dell’ateneo di Parma – i cebi tendevano a passare più tempo vicino allo sperimentatore che li aveva imitati rispetto all’altro». Quando poi i due sperimentatori offrivano alle scimmie la possibilità di scambiare un un oggetto per ricevere una nocciolina, hanno preferito farlo con il loro imitatore e non con l’altro, «come se avessero sviluppato un senso di vicinanza, di 'amicizia' nei confronti dell’imitatore».
L'imitazione è un comportamento importante anche per gli animali oltre che per l’uomo, dunque è un meccanismo che favorisce la coesione sociale e la formazione di rapporti particolarmente stretti che, a loro volta, riducono le tensioni fra individui promovendo invece tolleranza e cooperazione.
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Francesco
14 Agosto @ 10.11
Una persona dotata di un po' d' intelligenza accetta volentieri, come amico, qualcuno che si faccia apprezzare per quel che sa, per quel che fa , per come ragiona , per come tratta gli altri , per la sensibilità e l' intelligenza che dimostra, non per la "postura" che assume. Anzi, come giustamente dice la signora Eugenia Ugolotti, vedersi scimmiottata nella postura , ad una persona intelligente, potrebbe pure dar fastidio. La "comunicazione efficace" , così come la intende il signor Matteo, è quella usata dai piazzisti di saponette (allo scopo di venderle, naturalmente). Ma è un "trucchetto" che funziona con gli allocchi.....
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Matteo
13 Agosto @ 18.57
Nella "Comunicazione efficace" (tra essere umani) assumere la postura dell'interlocutore serve a farselo "amico". Altro esempio è respirare con lo stesso ritmo ecc..
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Francesco
13 Agosto @ 16.24
Questo vale, forse, per le scimmie. Per l' uomo no ! La persona che scimmiotta il "capo" per accattivarsene la simpatia si chiama , nel Genere Umano, "adulatore", volgarmente "leccapiedi". Spesso il "leccapiedi" viene utilizzato dal "capo" come spia o per fare "lavori sporchi", ma , alla fine, il "capo" stesso lo disprezza. Naturalmente , qualche volta accade che scimmiottare serva. Questo avviene quando il "capo" è stupido. Se non è stupido apprezza i suoi collaboratori per quel che sono , quel che valgono e quel che fanno, non per gli atteggiamenti che assumono. Quindi , con tutto il rispetto per "Science" , per il Consiglio Nazionale delle Ricerche , e per il National Institute of Health, io raccomanderei di prepararsi bene al proprio lavoro , e di farlo bene , non di cercare di fare carriera "pappagallando" il "capo" !
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Eugenia Ugolotti
13 Agosto @ 17.49
A me sembra che l' imitazione dell' altro, specialmente se l' imitato fosse affetto da un difetto fisico, potrebbe essere "molto offensivo" Eugenia
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