di Giuliano Molossi
A prima vista è un dato che fa impressione: Parma sesta in Italia per numero di immigrati clandestini. Sesta provincia su 103. Più di Milano, di Bologna, di Genova, di Napoli, di Torino. In Italia la media è di 11 clandestini ogni mille abitanti, a Parma sono 20. Le prime dieci città per numero di stranieri irregolari sono tutte del Nord.
I numeri non si discutono. Ma vanno analizzati con attenzione. Il sesto posto non significa affatto, come qualcuno si affretterà a dire, che Parma è la sesta città più pericolosa d'Italia.
E questo per una ragione molto semplice: perché la parola clandestino non significa automaticamente delinquente.
Moltissimi clandestini, anche a Parma, hanno un lavoro, una famiglia e sono brave persone. Sono «irregolari», lavorano senza contratto; sono colf, badanti, lavapiatti, operai.
Tutta gente che non è stata ancora regolarizzata, ma che vuole esserlo al più presto e che chiede l'aiuto del datore di lavoro per mettersi a posto. Che ha già un tetto e un lavoro e che manda i figli all'asilo e a scuola.
Lavorano in nero perché è quello che gli è stato offerto e non pagano le tasse. Ma in cambio di un contratto regolare abbandonerebbero volentieri la loro situazione di precarietà. Sono tanti, tantissimi in questa situazione. Sono clandestini, ma non sono delinquenti. Insieme a loro, anche a Parma, ci sono altri clandestini che non ne vogliono proprio sapere di un lavoro onesto, che non sanno che farsene di 900 euro al mese per sgobbare da mattino a sera e che invece puntano ad arricchirsi in poco tempo in maniera illecita, dallo spaccio di droga agli scippi, dai borseggi ai furti nelle case.
Stanno qui da noi perché il nostro è il Paese di Bengodi: anche se ti beccano con le mani nel sacco, fai un paio di giorni in gattabuia e poi torni fuori, pronto a ricominciare.
E' comprensibile la frustrazione delle forze dell'ordine: li prendono, li fanno arrestare e dopo neanche una settimana se li rivedono davanti agli occhi.
Adesso, stando almeno agli impegni che il nuovo governo ha preso con gli elettori, questa pacchia per i clandestini criminali dovrebbe finire.
Si dice che aumenteranno, e non di poco, le pene minime per molti reati per far sì che chi fa uno scippo, una rapina o una violenza sessuale non possa godere, come accade oggi, di tutti quei benefici che gli consentono di restare in libertà o di venire affidato ai servizi sociali.
Il clandestino dovrà essere processato per direttissima o con rito immediato, condannato se riconosciuto colpevole e immediatamente rinchiuso nelle patrie galere per restarci il tempo stabilito dalla sentenza.
E' quello che pretende giustamente la gente, quella che si sente sempre più insicura a casa propria: la certezza della pena. Se uno viene condannato a tre anni deve fare tre anni.
E non tre giorni, come capita oggi.
Inviaci il tuo commento
Condividi le tue opinioni su Gazzetta di Parma
giuliano g.
15 Maggio @ 15.49
Tanto per completare i dati informativi apparsi sulla Gazzetta di martedì 13 sarebbe interessante sapere quanti sono gli stranieri regolari, quanti sono quelli che hanno presentato domanda di regolarizzazione, ed eventualmente avere una stima di quanti sono quelli che vivono a Parma ma che non hanno presentato domanda di regolarizzazione per qualche strana ragione.
Rispondi
Francesco
13 Maggio @ 18.11
Direttore, l' approvazione della legge Bossi-Fini fu vista con diffidenza , per non dire osteggiata , da Confindustria , che temeva, se le fosse venuta a mancare la massa dei clandestini , di perdere un grosso serbatoio di mano d' opera sottopagata o "in nero". I rimpatri coatti , che la Legge prevede, non sono mai stati fatti, perche' la Magistratura annulla le ordinanze ed anche perche' non ci sono i soldi per pagare i biglietti di aerei e navi , che non riportano i clandestini a casa gratis. La prima cosa che un clandestino fa, arrivando in Italia , se ha un documento d' identita' del suo Paese, e' distruggerlo, dopo di che , alle nostre Autorita' , dichiara il nome e la nazionalita' che gli fanno comodo. Ce ne sono che , identificati con le impronte digitali , risultano aver dichiarato cinque o sei nomi diversi. Si spostano frequentemente sul Territorio , per cui , spesso, hanno un documento con un indirizzo , per esempio, di Agrigento , ma, in realta' , abitano a Vicofertile. Nei casi rarissimi in cui si tenta di fare un rimpatrio coatto cambiano le carte in tavola, prendendoci in giro. Per esempio, dichiarano di essere tunisini , ma, poi, quando li si riporta in Tunisia, alla Polizia di Frontiera tunisina , dicono che non e' vero , e che sono marocchini, sicche' la Tunisia ce li rimanda indietro... La maggior parte dei clandestini non arriva coi barconi a Lampedusa , ma, quelli che arrivano li' , provengono dalle vicine coste libiche , ma non sono cittadini libici , per cui la Libia non li rivuole indietro . E' indispensabile che questa gente non venga lasciata ad infestare il nostro Territorio , ma sia tenuta sotto custodia in "campi" , detti "di accoglienza", che sono, in ralta' , campi di prigionia di dubbia legittimita' , perche' la nostra Costituzione , finche' , ancora per poco, ce la lasciano, stabilisce che non si possono prendere misure restrittive della liberta' personale , se non per sentenza della Magistratura. E' anche del tutto indispensabile che , chi ha commesso reati , resti a scontare la sua condanna in carcere , perche' ,questa gente, le "denunce a piede libero" le usa per scopi igienici. Tutto cio' per quanto riguarda l' immigrazione straniera. E per quanto riguarda quella interna ? Ha potuto sapere quanti reati vengono compiuti nel Nord Italia da settentrionali e quanti da immigrati meridionali ? Quante, delle rapine fatte in banca a Parma , sono state fatte da Parmigiani ? Per questo che facciamo ? Finta di niente ?
Rispondi
giuliano g.
16 Maggio @ 13.15
Appofitto dell'occasione. Il proverbio dice "batti il ferro fin ch' è caldo" Se delle persone sconosciute entrassero in casa vostra senza chiedere permesso o il vostro parere, cosa pensereste ? Gli stranieri come tali in qualsiasi contesto storico hanno sempre suscitato sospetti e un senso di rifiuto . Se poi sono in gran numero danno fastidio perchè tendono ad aggregarsi tra di loro, a fare i propri interessi, a non sentirsi responsabili nei confronti della nazione e quindi ancora di più suscitano sospetto e ansia. Siamo oltre sessanta milioni di abitanti, con 190 abitanti per km quadrato, non siamo mai stati un paese dotato di risorse naturali se mai abbiamo esportato gente in sovvrappiù e adesso ne arrivano degli altri Sono stati fatti dei referendum senza che la popolazione ne sentisse il bisogno , in questo caso nella popolazione ci sono tali sentimenti di fastidio da giustificare un referendum specifico sulla questione.
Rispondi