Avrebbero interrogato Alessandro Forni, titolare di «Verdissimo», uno degli indagati nell'ambito della vicenda delle presunte mazzette sul verde pubblico condotta dalla guardia di finanza, senza averne avuto l'autorizzazione. Due carabinieri del nucleo operativo sono stati trasferiti a Reggio Emilia su input del comando provinciale e la procura ha trasmesso gli atti alla procura generale perchè avvii nei loro confronti il procedimento disciplinare. In base a quanto riferito dal procuratore capo Gerardo Laguardia le indagini erano state delegate alla Guardia di finanza ed erano di loro esclusiva competenza. Mai convocato dai finanzieri, Forni sarebbe invece stato ascoltato dai due carabinieri in servizio alla caserma di Parma. «Lo hanno fatto senza ricevere mandati dall'autorità giudiziaria – dichiara Laguardia – e hanno continuato con le audizioni anche dopo essere stati diffidati». Il pm Paola Dal Monte - riferisce il procuratore - avrebbe chiesto senza risultato ai due carabinieri di non proseguire: i verbali d'interrogatorio sono poi stati inviati al pm e sono finiti nel fascicolo d'indagine. Proprio quanto contenuto negli interrogatori avrebbe «favorito» la convinzione del Riesame che ha ritenuto Forni vittima di concussione (e non complice di corruzione) da parte di Nunzio Tannoia, responsabile della manutenzione del verde pubblico di Enìa. Il relativo ricorso della procura è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione.
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gianfranco ferrari
12 Novembre @ 19.35
Propongo di assegnargli l'onoreficienza di "cavaliere del lavoro" e di mettere in galera i carabinieri.
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