Enrico Gotti
Nella stazione temporanea un signore dorme temporaneamente sul pavimento, un altro cerca vanamente un ascensore.
Ci sono 33 gradini da scendere e 33 da salire.
Attirano le imprecazioni di passeggeri con valigie da emigranti. Di mattina, sul marciapiede dimezzato dai lavori in corso, si crea un ingorgo tra i pendolari in arrivo per Milano e quelli in partenza per Bologna.
Per un attimo regna il caos, poi la legge del più forte fluidifica la circolazione. Intanto, la nuova stazione prende forma, la fine è attesa per il 2012.
La «Temporary Station» che la sostituisce è aperta da quasi due anni, tra giudizi contrastanti dei viaggiatori.
«La trovo abbastanza funzionale, meglio della stazione di Modena» dice Francesca. «E' una stazione terribile - protesta Marzio Dall’Acqua - perché in molti spazi mancano le coperture, perché la sala d’attesa è misera, perché mancano servizi essenziali come l’ascensore per disabili».
«Il piazzale di ingresso lascia molto a desiderare - dice Francesco Ferrari - ed è così da troppo tempo».
«Ci sono situazioni transitorie, che si possono accettare in vista di un miglioramento. - sostiene Maria Carmela Cafaro - l’unico problema inaccettabile è che non viene mai annunciata la composizione del treno, se la prima classe è in testa o in coda al convoglio. Così si corre da una parte all’altra del binario, su marciapiedi già ridotti per il cantiere in corso. Per la pulizia non si può dire nulla, in questa stazione puliscono tutto».
Sono 4.500 le persone che di media, ogni giorno, utilizzano la stazione della nostra città.
Nella sala d’attesa ci sono 22 posti a sedere. A pochi metri c'è il deposito bici. Ora si chiama velostazione, è una struttura moderna con 416 posti e i prezzi sono rimasti gli stessi: 15 euro al mese, 1 euro e 30 centesimi al giorno.
«Le uniche lamentele che sento sono perché manca l’ascensore per i disabili - dice il gestore della tabaccheria -: gli anziani devono portare le valigie per le scale. Rispetto ai lavori che ci sono da fare stanno facendo miracoli. La copertura della nuova stazione si intravede già».
«Da quando c'è la stazione temporanea, la "fauna" di chi viene in stazione è molto meno varia. Forse perché c'è meno possibilità di muoversi. La stazione è all’aperto, il freddo, quando c'è, lo senti» - dicono dalla libreria, dove oltre ai tanti volumi «particolari», ai «pochi best-seller», c'è lo scaffale dei «libri ritrovati», che vuol dire molto di più di «usati».
All’ingresso della stazione temporanea c'è una pietra su cui è scritto il nome del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. A tre passi da quella targa c'è un muro, residuo di un’installazione artistica, in cui sopra c'è scritto, a grandi caratteri, per venti volte, la parola «dildo».
Per fortuna molti passanti ne ignorano il significato, altrimenti si sarebbero già chiesti perché, di fronte al ricordo del generale ucciso dalla mafia, ci sia un muro con scritto, per venti volte, «pene artificiale» in inglese. Misteri dell’arte o provocazioni gratuite?
Inviaci il tuo commento
Condividi le tue opinioni su Gazzetta di Parma