La Corte d'appello a Parma è una necessità: lo sostiene - in una nota a firma di del segretario Maria Carla Guasti - il consiglio direttivo della camera civile di Parma. Nel documento si evidenzia che «da moltissimi anni l’avvocatura parmense, in accordo peraltro con i limitrofi circondari dei Tribunali di Reggio Emilia e di Piacenza, ha rilevato che il carico di lavoro della Corte d’Appello di Bologna non consente a quest’ultima di dare una risposta accettabile alle domande di giustizia dei cittadini». In questi ultimissimi anni «la situazione si è fortemente aggravata, fino a giungere ad un punto di non ulteriore sostenibilità, tanto che nei giudizi di cognizione ordinaria l’udienza di precisazione delle conclusioni viene fissata all’anno 2018 e, quindi, senza svolgere la benché minima attività, tantomeno istruttoria, un giudizio d’appello si conclude, come minimo, dopo 8/9 anni, a fronte dei due anni di durata massima del processo, secondo i parametri individuati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e fatti propri dalla Corte di Cassazione». Tale situazione si è trasformata ormai in vera e propria «denegata giustizia per il cittadino e non può essere accettata in uno Stato che ambisce ancora definirsi di diritto e “civile''». Un problema riconosciuto, in occasione della recente apertura dell’anno giudiziario, dal Presidente della Corte d’Appello di Bologna, una delle più grandi a livello nazionale. Va considerato infatti «che nel territorio del Distretto della Corte d’Appello di Bologna sono ricompresi ben nove Tribunali, tutti sede di Provincia (Bologna, Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Modena, Ferrara, Forlì Cesena, Ravenna, Rimini)». Che fare, per risolvere il problema? Considerato «che Parma è già stata per lungo tempo sede di Corte d’Appello (fino agli anni ’20 dello scorso secolo) ed è sede di T.A.R., di altre importanti istituzioni (come l’Autority Europea EFSA ed il Collegio Europeo) e rappresenta inoltre il naturale punto di riferimento, sia geograficamente che culturalmente, dell’Emilia occidentale e per i Tribunali di Reggio Emilia e Piacenza», il consiglio direttivo della camera civile parmigiana chiede «che in sede di approvazione del disegno di legge proposto dal Senatore Domenico Benedetti Valentini, intitolato “Modifica alle legge 24/3/2001 n.89”, in materia di individuazione del giudice competente per l’equa riparazione, in caso di violazione del termine ragionevole del processo”, venga inserita una modifica emendativa volta ad intervenire sulle circoscrizioni giudiziarie, come proposto dallo stesso Presidente della Commissione Giustizia, Senatore Filippo Berselli e dalla Senatrice Silvia Della Monica nella seduta dello scorso 1 febbraio e che in particolare sia prevista l’istituzione di una seconda Corte d’Appello per la Regione Emilia-Romagna, con sede in Parma, ricomprendente i circondari dei Tribunali dell’Emilia Occidentale (Parma, Reggio Emilia e Piacenza)».
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