Lorenzo Sartorio
Quella foto rimarrà un monumento al giornalismo scolpito nella memoria della gente. L’immagine in questione ritrae un giovane Indro Montanelli mentre compone, alla tastiera della sua «Olivetti 22» portatile, uno di quegli elzeviri che l'imperatore dei giornalisti stava scrivendo con la schiena appoggiata al muro «appollaiato» su una pila di libri.
Il direttore della Gazzetta di Parma Giuliano Molossi, relatore alla consueta conviviale del lunedì organizzata l’altra sera dal Rotary Club Parma Farnese, ha raccontato i grandi cambiamenti del giornalismo: dall’epopea dell’«Olivetti Lettera 22» ( la portatile preferita dal suo ex direttore, quando, giovane cronista, Molossi esordì al Giornale) ad oggi. «Siamo bombardati di notizie da quando ci svegliamo a quando andiamo a dormire. Eppure, paradossalmente, più aumentano le notizie, più diminuisce l'informazione. Informare, infatti, non significa solo dire che è successa una certa cosa. Significa invece capire perchè è successa e spiegarla ai lettori. E' enormemente cresciuta la comunicazione, non l'informazione.»
E' allora giunto al capolinea quel giornalismo arrembante e «pedestre» che vide all’opera instancabili cronisti ciabattare sulle strade delle grandi e piccole città in cerca di notizie proprio come voleva Montanelli il quale esigeva che i suoi cronisti avessero le suole logore ? «Su Internet arriva di tutto e di più - ha precisato Molossi- ma l'attendibilità di questo diluvio di notizie è tutta da verificare. Il giornalista di oggi, troppo spesso inchiodato davanti al suo computer, dovrebbe continuare ad essere armato di quella curiosità, di quella passione, di quel sacro fuoco che lo porta a scovare la notizia, e raccontarla ai lettori con onestà e buona fede, sforzandosi di essere il più possibile obiettivo.» Dopo avere precisato che l’editoria di carta attraversa una profonda crisi, Molossi ha tracciato l’identikit di quello che, a suo avviso, potrebbe essere il cronista del futuro. Ossia, un professionista «armato» di penna, taccuino, macchina fotografica, telecamera e microfono in grado di scrivere il proprio pezzo, ma allo stesso tempo, montare un servizio per la tv o per il sito del proprio giornale. Un giornalista multimediale. Siamo giunti al «de profundis» per il giornale di carta ? Molossi lo ha escluso: «L'editoria si salverà se saprà investire sull'innovazione, se ci sarà un'integrazione virtuosa fra carta e internet, se i giornalisti capiranno che il futuro è la multimedialità e che dovranno essere capaci di declinare l'informazione in ogni forma: carta, tv, web, iphone e ipad.» A proposito di quest'ultimo, il direttore della Gazzetta ha poi illustrato al presidente Claudio Reverberi e ai rotariani l'applicazione della Gazzetta di Parma che da sabato scorso è possibile sfogliare sulla «tavoletta magica» di Steve Jobs.
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