Carcere senza pace. Sabato scorso la protesta di alcuni detenuti, due giorni dopo la presa di posizione dei sindacati degli agenti che denunciano una carenza di organico di quasi 180 unità. E ora la drammatica testimonianza di un detenuto che ha fatto uscire dal carcere una disperata richiesta di aiuto: «In via Burla siamo violati nella nostra dignità fisica e morale». Il recluso, ovviamente anonimo, nella sua lettera propone la propria versione della protesta dei giorni scorsi. Nata, a suo dire, «dal mal funzionamento della struttura e della burocrazia».
«Qui - scrive - la visita infermieristica passa alle 7.30 e alle 18.30. Negli altri orari non puoi neppure stare male perchè nessuno viene a vedere cosa ti succede. E se per perdi il controllo per il dolore arrivano cinque guardie in cella e ti portano con decisione alle celle». Un quadro allarmante che forse si collega alla cronica carenza di organici e risorse. Che il carcerato racconta toccare ogni livello. «Sono tre mesi che non riceviamo carta igienica e detersivi per pulire la cella: la giustificazione è che sono finiti i soldi». Ma la richiesta di interventi va ben oltre il problema, per quanto serio delle forniture. «Mancano anche i farmaci e per avere risposte è nata la protesta dell'altro giorno durante la quale sono state bruciate delle lenzuola. Ma non è servito a nulla». Una versione in netta opposizione con quanto dichiarato dal sindacato degli agenti Sappe che in una nota aveva parlato di un gruppo dei «ribelli», tutti stranieri, in tutto quattro, cinque persone che speravano di coinvolgere anche altri detenuti e invece sono rimasti isolati. La protesta era poi stata sedata in tempi abbastanza brevi, i «rivoltosi» trasferiti in isolamento in attesa di trasferimento. Una contromisura ovvia in una realtà difficile come il carcere dove non sono rari i casi di tensione. Che talvolta degenerano. «Qualche mese fa, ad esempio, si era detto che un detenuto ha picchiato degli agenti - prosegue il recluso nella sua denuncia. - In realtà non è andata così: il detenuto stava male e cercava l'infermiere ma si era fuori orario e non ricevendo aiuto ha iniziato a urlare nella sua lingua. Alla fine sono intervenuti cinque agenti che lo hanno malmenato e portato in isolamento intimandogli di non riferire l'accaduto ma anzi di autoaccusarsi della violenza». «Cinque agenti sono stati aggrediti da un detenuto di origine magrebina non nuovo a gesti di violenza», aveva invece segnalato il sindacato degli agenti spiegando che «il detenuto dopo essersi rifiutato di cambiare cella per motivi di sicurezza, è andato in escandescenza e ha iniziato a colpire gli agenti presenti con pugni e calci obbligandoli a ricorrere alle cure dei sanitari». Versioni opposte, ricostruzioni agli antipodi: che forse però raccontano una verità comune. In carcere si respira un disagio crescente. Che richiederebbe interventi in tempi stretti.
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lollo
14 Dicembre @ 21.13
dicono sempre csi i secondini tanto a ki credono sempre a loro. ma guardateci bn dentro
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