«Alzare il termine della fruibilità per il ciclo di cure termali a carico del servizio sanitario nazionale da 60 giorni a 6 mesi dall’inizio delle cure». A proporlo in un’interrogazione, nella quale si chiede alla Giunta regionale di attivarsi anche a livello nazionale, il vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Luigi Giuseppe Villani.
Il consigliere regionale del Pdl rileva infatti che la specifica circolare del dicembre 2009 dell’assessorato regionale alla Sanità «obbliga di fatto a fruire delle cure entro un lasso di tempo di 60 giorni. Questo margine di tempo ristretto è però molto penalizzante per il sistema termale - alberghiero e commerciale di località come Salso e Tabiano che basano la loro economia sull'affluenza di clienti provenienti da altre regioni (la cosiddetta mobilità attiva dei curandi). Questi infatti usano spezzare il ciclo di cure di 12 giorni in due soggiorni distinti in diversi periodi dell’anno (solitamente primavera e autunno) essendo ormai difficile, visti i ritmi di vita moderni, poter dedicare 12 giorni ininterrotti alle cure». Per Villani «il termine ristretto impedirebbe di fatto questa prassi inducendo pertanto i clienti termali a rinunciare in toto o in parte a recarsi nelle stazioni, comportando inoltre per il sistema sanitario regionale una riduzione di risorse per la inevitabile diminuzione della mobilità attiva per le cure termali». Proprio per evitare questo, Villani propone di elevare lo stesso termine a 6 mesi. La stessa proposta, fondata sui medesimi presupposti, la fanno anche i consiglieri comunali Pdl di Salso, Lupo Barral e Tarcisio Malvisi chiedendo con una interpellanza al sindaco se concorda che queste nuove disposizioni, dei 60 giorni, «possano potenzialmente diventare negative per il comparto termale di Salso e Tabiano e se abbia intenzione di muoversi a livello regionale e nazionale per fare in modo che il lasso di tempo di validità dell’impegnativa per poter fruire delle cure con oneri a carico del Ssn sia portato almeno a 6 mesi».
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