Sono sotto i «riflettori» i due cannoni di piazza Cavour che, da decenni, si trovano nelle immediate vicinanze del monumento ai Caduti di tutte le guerre di Zibello. Di recente l’opinione pubblica si è divisa dopo che il parroco don Gianni Regolani ha chiesto di spostarli (anche semplicemente modificandone la posizione) in quanto puntati contro la chiesa parrocchiale.
Un’immagine, secondo don Gianni, di cattivo gusto. Ancor di più, a detta dello stesso sacerdote, se si considera che sono posizionati a ridosso di un monumento in cui sono riportati i nomi di caduti che hanno perso la vita proprio a causa degli effetti delle armi da guerra. Una posizione che ha fatto discutere trovando pareri discordi. Da evidenziare che, quelli in questione, sono gli unici cannoni alpini della prima guerra mondiale presenti in provincia di Parma. Ed è proprio partendo dal loro valore storico che Elia Vighi, consigliere di opposizione, ha deciso di intervenire, animato dalla preoccupazione che «sui cannoni si stia montando un caso che potrebbe invece nascondere una diversa volontà politica: quella di vendere i cannoni». Eventualità sulla quale Vighi si dice contrario, ricordando che i due reperti bellici sono sempre appartenuti alla locale sezione dei Combattenti e reduci.
Nei mesi scorsi, anche col suo voto favorevole, sono quindi stati acquisiti al patrimonio comunale. Non usa mezzi termini, Vighi, a parlare di «patrimonio di Zibello» ricordando anche che «Il desiderio e la volontà dei combattenti e reduci di Zibello, che purtroppo ora non sono più qui per poterla esprimere pubblicamente, è sempre stata quella di mantenerli qui, accanto al monumento ai caduti. Una volontà chiara che deve essere tenuta necessariamente in conto, a mio avviso».
Vighi quindi ricorda che «i due cannoni per decisione della passata amministrazione, in accordo con il parroco e la sezione combattenti erano stati rivolti verso il monumento. Poi sono stati prelevati e quando sono stati ricollocati sono stati rivolti contro la chiesa. Allora - propone - chi li ha spostati o il Comune li riposizionino come erano, cioè rivolti verso il monumento in modo da evitare nuove polemiche. Oltretutto con questa soluzione si sarebbero evitare anche le ultime polemiche».
Al di là del come posizionare i due reperti, tuttavia, il consigliere di opposizione rimarca che il suo timore «è che si voglia fare tanto clamore per avere la possibilità e la scusa di alienarli. Anche a fronte del fatto che c’è sempre stato molto interesse nei loro confronti. Già durante il precedente mandato amministrativo - ha ricordato - diversi avevano avanzato richieste per acquisirli ma rispettando la volontà di chi aveva combattuto per la pace e la libertà del nostro Paese l’amministrazione non ha mai voluto monetizzare quello che rappresentava e rappresenta il sacrificio, il dolore, il valore, il coraggio di chi ha combattuto, sofferto per la libertà di pensiero, di parola, di stampa, di culto. Di certo - aggiunge - nessuno avrebbe voluto utilizzarli perché quando si usano gli armamenti militari il prezzo è quello della vita, ma purtroppo la storia è piena di guerre. I monumenti ai caduti in giro per l’Italia ci ricordano che numerosi uomini hanno dato la vita per questo Paese garantendogli un futuro, garantendoci la libertà».
Breve e chiara la replica del vicesindaco Piero Pagani che ha tenuto a «tranquillizzare il collega e tutta la cittadinanza sul fatto che l’amministrazione non ha mai pensato di vendere i cannoni , ma sta dialogando sia con il parroco che con l’associazione Combattente e reduci per trovare una giusta posizione dei due reperti per valorizzarli ulteriormente».
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