di Davide Montanari
«Un saluto ed un grazie lo voglio rivolgere, prima di tutto, ai bambini». E’ raggiante monsignor Sergio Sacchi. Il saluto del pastore, durante un giorno così solenne come l’inaugurazione delle opere di restauro della chiesa di Priorato, è andato prima di tutto alle sue giovani pecorelle.
Saranno loro infatti, secondo il parroco, che potranno godere di più del lavoro fatto per recuperare nella frazione fontanellatese un edificio religioso così carico di storia.
Ma che la mattinata sia stata essa stessa «una giornata storica, che tutti i piccoli ricorderanno per essere stati presenti», secondo quanto affermato dal vescovo di Parma Enrico Solmi, lo ha dimostrato anche il lungo parterre di autorità civili, militari e religiose venute a dimostrare la loro vicinanza che ha rafforzato l’importanza di questa inaugurazione della rinnovata chiesa di Priorato.
Erano infatti presenti alla cerimonia il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, i deputati Fabio Rainieri, Carmen Motta e Albertina Soliani, i consiglieri regionali Gabriele Ferrari e Luigi Giuseppe Villani, il comandante dei carabinieri di Fidenza Savino Di Scanno, il priore del Santuario padre Daniele Mazzoleni.
Doveva essere presente anche il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, che però ha mandato una lettera di auguri a monsignor Sacchi scusandosi per non aver potuto partecipare.
Ed era presente anche il sindaco di Fontanellato Maria Grazia Guareschi, che nella chiesa stracolma di fedeli l'ha definita «un pezzo di storia restituito al territorio».
Era partita da lontano l’idea di intervenire su un edificio così martoriato e spezzato come è stata la chiesa di San Benedetto, le cui fondamenta risalgono al 1230 per opera dei benedettini di Leno. Era partita dalla volontà di don Giancarlo Reverberi, predecessore di don Sacchi, che aveva gettato le basi per lo studio di fattibilità di un progetto.
La figura di don Giancarlo, ricordata da Manuela Catarsi della sovrintendenza per i beni Archeologici, è stata salutata dalla chiesa con un lungo applauso. La sua eredità è stata raccolta da don Sergio che ha tirato le fila ed ha raccolto fondi per riuscire ad iniziare. «La sua tempestività a chiedere finanziamenti è stata pari alla nostra nel concederglieli» ha detto Carlo Gabbi della Fondazione Cariparma.
Infatti i lavori di consolidamento strutturale delle fondamenta e del tetto, illustrati dagli architetti Barbara Zilocchi e Luca Strata, sono stati tempestivi perchè sono terminati poco prima della scossa di terremoto del 23 dicembre 2008: «Altrimenti non saremmo qui dove siamo oggi», ha fatto notare monsignor Sacchi.
Dopo le conclusioni della giornata affidate ai rappresentanti delle tre soprintendenze e all’editore Franco Maria Ricci, la festa per l’inaugurazione si è conclusa in allegria con salumi, torta fritta e dolci per tutti gli intervenuti.
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