Provincia-Emilia
Preoccupazione per la scuola in montagna
07 Maggio 2010 - 21:28
Nei giorni scorsi, convocati dal presidente della Comunità Montana Parma Est Giordano Bricoli, si sono incontrati i sindaci dei Comuni di Corniglio, Massimo De Matteis, di Monchio, Claudio Moretti, di Tizzano, Amilcare Bodria, l’assessore alla scuola di Palanzano Linda Montali e l’assessore alla scuola della Comunità Montana Mariagrazia Conciatori.
Nell’incontro sono emerse le forti preoccupazioni di amministratori locali, cittadini e insegnanti per le conseguenze che rischiano di comportare per il prossimo anno scolastico i provvedimenti adottati in tema di assegnazione degli organici. Infatti con l’applicazione dei nuovi parametri di formazione delle classi non sono autorizzate tre classi di scuola primaria (una a Beduzzo, una a Lagrimone e una a Tizzano), una classe di scuola secondaria di 1° grado a Corniglio e il tempo pieno richiesto nei rispettivi plessi. Tale determinazione comporta la formazione di pluriclassi con più di 18 alunni nonostante la normativa preveda che 18 sia il numero massimo. Prevista inoltre una riduzione di alcune unità di personale Ata.
In questo quadro le scuole di montagna si trovano, ancora una volta, a rischio di sopravvivenza. Non va dimenticato che in montagna la scuola rappresenta il principale presidio di sopravvivenza e di prospettiva nonchè la leva strategica per lo sviluppo sociale, civile ed economico delle piccole comunità locali al fine contrastarne il progressivo spopolamento.
E’ necessario rivedere i criteri di assegnazione delle risorse in quanto l’attuale impostazione rischia di mettere in serio pericolo l’organizzazione scolastica nei territori montani dove le distanze costituiscono un elemento di disagio rilevante e dove garantire il diritto allo studio è doveroso. Si chiede una approfondita verifica per cercare di arginare le predette riduzioni degli organici sia per i docenti che per il personale Ata che nelle piccole realtà svolge un ruolo di sorveglianza molto importante.
Si ritiene necessario intervenire sia con la modifica dei parametri di formazione delle classi che di quelli di assegnazione dell’organico docenti non solo per il prossimo anno scolastico ma in modo stabile e strutturale per garantire la continuità e la qualità del percorso formativo nel tempo. La scuola, soprattutto in montagna, deve poter essere organizzata sul medio-lungo periodo per offrire maggiori garanzie sia in termini di servizio alle famiglie che fanno la scelta di vivere in questi territori sia per garantire continuità didattica e programmazione. Deve essere superato il sistema delle deroghe che rappresentano solo un rimedio temporaneo. C’è bisogno di politiche e scelte coraggiose per far sopravvivere la montagna proprio partendo dalla scuola. Le comunità locali e le istituzioni locali stanno facendo la loro parte in attesa che anche chi può decidere in questo senso faccia la propria parte.
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