Umberto Spaggiari
Inaugurato quattro anni fa, esattamente il 12 maggio 2006, il porto commerciale di Boretto da allora è inutilizzato tanto da essersi guadagnato l’epiteto di «cattedrale nel deserto».
Ma sarebbe meglio definirlo cattedrale sull'acqua, poiché l’impianto si affaccia al Po e proprio dalle acque del fiume avrebbe dovuto trarre il motivo della sua usufruibilità.
Invece dal piazzale è stato tolto persino il cartello che lo segnala, rendendo l’area anonima. L'acqua invece ha continuato e continua tuttora a scendere a valle, mentre l’area portuale resta inefficace e dal piazzale è stato tolto persino il cartello rendendo l’area anonima.
E c'è chi su questa situazione di spreco di denaro pubblico ne ha tratto motivo di una performance ironica. E' il caso di Moreno Morello, il noto inviato del programma televisivo di Canale 5 «Striscia la notizia» che nei giorni scorsi ha confezionato un corposo servizio corredato di dati e salaci battute.
Sollecitato da un gruppo di cittadini associati nel gruppo apolitico «Civiltà borettese», il conduttore satirico ha raggiunto la cittadina della bassa reggiana e, indossando il consueto abito bianco, si è soffermato a lungo davanti all’ingresso dell’area portuale, dove ha raccolto pareri ed opinioni.
Mettendo in piedi una gustosa scenetta, ha sottolineato che la struttura faraonica, a suo tempo caldeggiata da Regione, Provincia, Arni e Aipo, è costata circa 17 milioni di euro.
Una somma comprendente anche la banchina, la bretella di collegamento con la Cispadana, due chiatte e un rimorchiatore.
Purtroppo, ha sottolineato Morello, non vi sono state aziende interessate al suo utilizzo.
Le condizioni del fiume non sempre navigabile e il trasporto di gomma - che resta ancora preferito -, non ne hanno certamente favorito il decollo.
Una situazione più volte denunciata dalla sezione reggiana di Legambiente, che in passato è arrivata addirittura a chiedere l’abbattimento della struttura.
Intervistato da Morello, il presidente di Legambiente Massimo Becchi ha ribadito la posizione della sua associazione.
«Uno dei problemi principali -ha affermato il vertice dell'associazione - è quello delle rotture di carico, cioè il passaggio da un mezzo di trasporto ad un altro che fa lievitare i costi e non rende concorrenziale il porto rispetto al trasporto su camion o quello su ferrovia. Inoltre, tutti i centri produttivi della pianura padana sono lontani dal fiume e quindi non interessati a questa via di comunicazione».
«Tolti gli inerti -ha aggiunto Becchi-, sull'acqua navigano ben poche merci che comunque dovrebbero essere trasportate fino al fiume su camion».
«A qualche anno di distanza -ha concluso il responsabile di Legambiente- ci troviamo a commentare l’ennesima cattedrale nel deserto che, oltre a non essere utilizzata, ha anche un impatto ambientale notevole».
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franco
03 Giugno @ 21.05
vorrei sapere chi ha voluto tuttoquesto con nomi e cognomi allora si potrebbe esprimere una opignone forse motivi politici??????????
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