Cristian Calestani
Il grande altruismo del neomezzanese Gianfranco Ferrari e l’indimenticabile ricordo di don Giovanni Patané. E’ per queste ragioni che si è fatta festa grande a Mezzano Rondani. Prima l’inaugurazione del nuovo parco giochi «Il ritrovo» ideato e realizzato da Gianfranco Ferrari; poi l’intitolazione del salone parrocchiale a don Giovanni Patané, parroco della frazione dal settembre del 1989 al gennaio del 1999.
La comunità di Mezzano Rondani, come sottolineato dal sindaco di Colorno Michela Canova e dal vicesindaco di Mezzani Giacomo Conti, ha così compiuto un altro importante passo nel percorso di valorizzazione del paese: un percorso iniziato lo scorso anno con la nascita del circolo associativo «I Rondanen» e che, mese dopo mese, si arricchisce sempre di nuove iniziative (la prossima è già fissata per il 12 giugno con la «Cena sul prato»).
Il primo piacevole momento della festa dei giorni scorsi è stata la nascita del nuovo parco giochi, realizzato grazie all’impegno di Gianfranco Ferrari, un mezzanese d’adozione che si è subito calato nella realtà della frazione.
«Tutto è nato dalla volontà di fare qualcosa per il paese», ha detto Ferrari. Così nello spiazzo verde vicino alla chiesa di Mezzano Rondani sono stati collocati i giochi: «questo intervento è la dimostrazione che, spesso, per fare del bene non è necessario andare tanto lontano» ha detto il sindaco di Colorno Michela Canova augurandosi che il parchetto diventi luogo di momenti positivi.
«Nei paesi piccoli - ha aggiunto Conti - le azioni di volontariato sono fondamentali, Mezzano Rondani sarà riconoscente per sempre a Gianfranco».
Poi un altro toccante momento con l’intitolazione del salone parrocchiale a don Giovanni Patané, «una persona che è rimasta nel cuore di ognuno di noi», come ha detto Fiammetta Finardi: «ci ha insegnato ad essere autonomi nelle nostre iniziative». E quando, durante una delle tante riunioni del circolo, «è stata avanzata la proposta di dedicare alla sua memoria il salone, il consenso è stato unanime perché l’entusiasmo di chi ha conosciuto don Giovanni ha contagiato anche coloro che non l’hanno potuto conoscere».
Quindi il taglio del nastro, affidato a Giuseppina, la sorella del sacerdote, e la benedizione di don Stefano Rosati: il momento culminante nel ricordo di don Patané.
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