«Il sistema termale italiano e la legge di riordino: come aggiornarla?». È stato questo il tema della tavola rotonda promossa dall’Ancot, l’associazione nazionale dei comuni termali, in collaborazione con Federterme, per la revisione della legge 323/2000, a dieci anni dalla sua approvazione.
A Roma, il sindaco Massimo Tedeschi, in qualità di presidente Ancot, ha presentato al ministro della Salute Fazio le richieste per il riordino del sistema termale: ne hanno discusso a Palazzo Marini gli onorevoli Rocco Caccavari, Gabriella Carlucci, Gennaro Malgieri, Franco Ceccuzzi, Massimo Vannucci nella tavola rotonda coordinata dal presidente di Federterme Costanzo Jannotti Pecci.
L’apertura è stata affidata a Tedeschi che ha delineato le basi della collaborazione instaurata con Federterme ed ha sottolineato la necessità di sostenere il sistema termale a partire dall’attuazione e dall’aggiornamento della legge.
Questi gli interventi chiesti al Ministro Fazio.
Semplificazione per l’erogazione delle cure e delle regole per l’apertura e l’esercizio degli stabilimenti termali: in pratica meno burocrazia per l’esercizio delle attività di servizio eventualmente connesse al benessere termale quali estetica, medicina e piccoli interventi di chirurgia estetica, riabilitazione.
Rafforzamento del ruolo della ricerca scientifica termale: i comuni hanno chiesto che vengo implementato e supportato anche finanziariamente lo studio legato alle acque termali. Interventi di formazione degli specialisti in medicina termale e di qualifica di operatore termale: predisporre corsi e scuole ad hoc che portino al riconoscimento di figure professionali nel sistema termale.
Agevolazioni fiscali per interventi di miglioramento: questo per chi intende ristrutturare o ampliare le strutture termali, prevedendo anche tecniche ecocompatibili come per esempio il risparmio energetico.
Promozione del termalismo e del turismo nei territori termali: questa deve diventare una scelta prioritaria per le regioni, rafforzando l’impegno di Enit e delle altre strutture di promozione del «made in Italy» e del patrimonio scientifico e culturale termale italiano.
L'istituzione delle zone franche termali: queste porterebbero sgravi fiscali e vantaggi economici per chi vuole investire.
«E' stato un bel convegno per portare l’attenzione sui territori termali che stanno vivendo una fase di trasformazione. Abbiamo riflettuto insieme confrontandoci con Federterme e nella Commissione interministeriale istituita al Ministero del Turismo sull'aggiornamento della legge che ha visto come primo firmatario Caccavari. Il ministro Fazio ha rassicurato sul mantenimento delle prestazioni termali nei Lea mentre su Tommasini, stabilimenti e centri benessere è stata ribadita la strada maestra della partnership con il mondo dell’imprenditoria termale».
Si è concordato quindi sull'importanza di non indugiare oltre nel dar attuazione ad alcuni punti forti della legge: promozione e riqualificazione del patrimonio idrotermale.
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