Annarita Cacciamani
Aumentare l'illuminazione dell’incrocio sulla via Emilia, sistemare il sottopasso e realizzare una pista ciclabile per raggiungere Fidenza. Sono le richieste degli abitanti di Rimale, la più piccola delle frazioni del comune, dove anche la chiesa non apre più le porte da anni, all’amministrazione e agli altri enti locali compatenti.
«L'illuminazione è molto scarsa - spiega Gigliola Gnudi - , nel centro del paese ci solo 3 lampioni e molte abitazioni sono al buio. Inoltre, anche l’incrocio sulla via Emilia è totalmente privo di luce e non si vede. E’ molto pericoloso anche perché c'è sempre l’erba alta che riduce ancora di più la visibilità». «Anche la strada che porta qui dalla via Emilia e il tratto dopo la chiesa non sono illuminate sebbene ci siano delle case. Abbiamo chiesto diverse volte di portare qualche lampione ma nessuno ha fatto nulla. Servirebbero anche dei dissuasori di velocità, dato che le auto vanno sempre velocissime» aggiunge Laura Pitetti. Un’altra questione che crea da tempo diversi problemi agli abitanti è il sottopasso che si allaga molto spesso in caso di forti piogge, oltre ad essere sporco.
«Sono anni che il sottopasso si allaga. Ogni tanto un tecnico viene a vedere ma il problema non è ancora stato risolto - sottolinea Mario Omati - . A volte, poi, si allaga anche la strada che va verso Castione e, nel caso fosse inagibile anche il sottopasso la frazione rimarrebbe isolata».
Per arrivare a Fidenza ci sarebbe una terza via che, seguendo la ferrovia, sbuca nella vicinanze di via Zani. Non è asfaltata, è piena di buche e, con la pioggia, si riempie di fango. Secondo gli abitanti sarebbe un’ottima pista ciclabile. «Basterebbe sistemarla un po', chiudendo le buche, e potremmo andare a Fidenza in 10 minuti, senza usare la macchina, dato che i chilometri da fare sono circa 3 - spiega Luigina - . Andare in bici sulla via Emilia è troppo pericoloso». Ci sono, però, altre problematiche. Piccole cose ma che aspettano una soluzione da anni.
«Se cade un segnale, non viene rimesso a posto oppure se si rompe il dosso, non viene sostituito - raccontano gli abitanti - . E le forze dell’ordine passano poco e, quando vengono, ripartono quasi subito. In compenso, siamo molto contenti della raccolta differenziata». C'è poi il canale, intasato e pieno di nutrie. «Nel canale - racconta un altro residente - vengono scaricate le acque di Fornio e della Pinko, ma, visto che il greto non viene mai pulito, quando è pieno l’acqua fuoriesce».
E ancora, il cimitero non ha un impianto idrico e chi deve innaffiare i fiori deve portare l’acqua da casa. Infine gli abitanti sono dubbiosi sull'aumento di produzione della Solveko. «Rispetto a qualche anno fa la situazione è migliorata e dall’industria non provengono più odori, ma non riusciamo a capire quali vantaggi possa portare l’aumento di produzione» concludono.
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