Un'immigrata ha partorito in casa, ma il bimbo non si trova. È accaduto a Reggio Emilia, nella zona della stazione ferroviaria, dove è altissima la percentuale di residenti stranieri. La vicenda, sulla quale indaga la Polizia reggiana, si è appresa quando i medici del reparto di Ostetricia dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, ieri sera, hanno chiesto l’intervento degli agenti dopo il ricovero di una donna straniera che presentava segni evidenti di parto.
La donna è una cittadina del Ghana di 37 anni, che abita a Reggio con un regolare permesso di soggiorno. In ospedale è giunta in compagnia di due connazionali coetanei. «Da una prima ricostruzione dei fatti - spiega la questura - la donna era stata soccorsa nel pomeriggio da un equipaggio del 118, nella sua abitazione in zona stazione ferroviaria, per un’emorragia. Accompagnata in ospedale si era potuto accertare che verosimilmente, nelle precedenti 24-48 ore, la donna aveva partorito».
La Polizia scientifica ha quindi perquisito l’abitazione della donna, riscontrando «evidenti tracce biologiche». In nottata, negli Uffici della Squadra mobile, sono state raccolte le dichiarazioni delle persone che abitano nell’appartamento della donna nel tentativo di ricostruire i fatti. Un nuovo sopralluogo della Polizia scientifica nell’appartamento della ghanese è stato eseguito stamane a mezzogiorno dalla Polizia scientifica. Ma finora nessuna traccia del neonato.
LA POLIZIA RISOLVE IL GIALLO. Si è trattato di un aborto naturale: lo ha reso noto nel tardo pomeriggio la questura di Reggio Emilia. Si è trattato di una «probabile espulsione del feto, avvenuta verosimilmente per cause naturali e nelle 48 ore precedenti all’intervento della Polizia», ha specificato la Questura. Il pm Luciano Padula non ha allo stato ravvisato elementi che possano far ipotizzare comportamenti consapevoli da parte della donna. «L'ipotesi di aborto naturale potrebbe aver comportato l'inconsapevole espulsione del feto insieme ad altro materiale organico», spiega la questura. «Nella tarda mattinata odierna», ha spiegato la questura, «sono state raccolte da parte degli uomini della Squadra mobile, ulteriori dichiarazioni della donna, anche con la collaborazione di una mediatrice culturale, che sembrano verosimilmente orientate a confermare la dinamica ricostruita nel corso della notte dagli investigatori». La Procura non ha contestato reati nei confronti della donna e delle altre persone che risultano vivere con lei nell’appartamento di Reggio Emilia.
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