«Di fronte all’alternativa mia moglie non ha avuto dubbi: ha immediatamente sospeso ogni cura chemioterapica pensando al figlio che doveva nascere». Malgorzata Burakowska, 39 anni, di origine polacca e conosciuta come Margherita, sarà sepolta oggi pomeriggio a Castelnovo Monti, cittadina a 50 chilometri da Reggio Emilia, sull'Appennino. La donna era arrivata a Reggio Emilia una decina di anni fa per lavorare come badante. Lascia il marito Adelmo Stefanelli, 66 anni, operaio in pensione, il primo figlio avuto in Polonia (quindicenne) e il piccolo Gabriele, 19 mesi, il bimbo che aveva in grembo quando decise di sospendere le cure pur di portare a termine la gravidanza. Sospendendo le cure, ha spiegato il marito, la malattia ha proseguito il decorso. La vicenda è stata raccontata oggi da il Resto del Carlino. Dopo la nascita del piccolo, la donna ha ripreso la terapia ma ormai il male era progredito.
«Ultimamente le cure la facevano stare male», racconta il marito, «Mangiava pochissimo e si era indebolita parecchio». La donna si era accorta di avere una ghiandola al seno quattro anni fa. Il medico di famiglia sospettò che si trattasse di un tumore. «Successivamente andammo all’Istituto dei tumori a Milano dove avemmo la tremenda sentenza: si trattava di un tumore al seno», dice il marito. Nel 2008 la donna seppe di esser in attesa. «Purtroppo il medico fu chiaro: o l’una o l’altra cosa, ossia o curare la mamma o salvare il bambino», ricorda il marito. «Di fronte all’alternativa mia moglie non ebbe dubbi: sospese immediatamente ogni cura pensando al figlio che doveva nascere. Non ci ha pensato un attimo, era decisa a sacrificare se stessa per salvare il bimbo». Lunedì sera la donna si è sentita male in casa ed è stata portata in ospedale, dove si è spenta martedì mattina. Per i funerali si è aspettato oggi per permettere alla madre della donna di raggiungere Castelnovo Monti dalla Polonia.
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coruzzi angela
09 Novembre @ 14.32
Caro Anomimo parmigiano, è da qualche giorno che ripenso al suo intervento e nono faccio che riflettere. Mi rattrista pensare che la vita sia stata così crudele con la sua famiglia. Io sono una mamma che dodici anni fa si è trovata di fronte ad una scelta terribile come la Sua mamma. Come la Sua mamma ho scelto di salvare la vita del figlio che portavo in grembo a discapito della mia vita. Perchè? Non so darLe una risposta razionale. L'unica cosa che posso dirLe è che per una madre la vita del proprio figlio ha un valore immenso, e vale anche più della propria vita. Con me il destino - o per chi crede Dio - è stato generoso, perchè mi ha lasciato in vita e ho potuto veder crescere i miei figli. Anch'io penso: e se non ce l'avessi fatta? Per me ogni giorno è regalato, pertanto do grande valore alla vita. Probabilmente noi mamme sbagliamo, perchè a volte le nostre scelte sono causa di grande e persistente dolore proprio per chi amiamo di più. Un abbraccio. Charlotte
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sabcarrera
07 Novembre @ 15.51
Paolo e anonimo danno opinioni ma non soluzioni. Non si sa se le cure avrebbero avuto esito positivo. Quindi la scelta della madre è stata la migliore. E poi, se un padre ha 66 anni. Potrebbe vivere a lungo, potrebbe essere un miglior padre di quelli che scappano. Siamo in un periodo che loda le mamme "single" ma deve esser critico di padri "single".
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valerio
07 Novembre @ 12.17
Io non voglio entrare nelle vicende umane di Anonimo parmigiano, di Maria e di Paolo, loro vicende che rispetto profondamente, ma anche loro penso dovrebbero rispettare, senza tranciare giudizi così risoluti, quello che in ogni caso si configura come un atto d'amore.
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Paolo
07 Novembre @ 11.05
Una madre si lascia morire deliberatamente lasciando orfano un bambino di 19 mesi, con un padre di 66 anni (quindi non proprio giovanissimo). Se a voi sembra coraggio... Dei commenti precedenti credo che l'unico sensato sia quello di Anonimo parmigiano, al quale va tutta la mia solidarietà umana.
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Mary
07 Novembre @ 10.37
Piango ancora nel leggere questa triste notizia! E' un grande esempio e atto d'amore di una madre verso il proprio figlio.
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