Provincia-Emilia
Crisi nella Pubblica di Borgotaro-Albareto, 40 volontari chiedono un'assemblea straordinaria

28 Novembre 2010 - 19:11
Un nutrito gruppo di volontari (i firmatari sono una quarantina su 120, un terzo) dell’Assistenza Pubblica Borgotaro-Albareto ha scritto alla popolazione relativamente alla delicata situazione venutasi a creare in seno al sodalizio. La contrapposizione riguarda soprattutto i due gruppi generazionali: i giovani e gli anziani di servizio, anche se il divario non è proprio netto.
Il motivo del contendere? Soprattutto la diversa valutazione gestionale sull'utilizzo dei fondi sociali. Ma i rivoli di questo fiume di polemiche sono comunque molti e si stavano trascinando da tempo. A margine di questa vicenda, vi è stata anche una denuncia ai Carabinieri, per offese fra due persone (a puro titolo personale, anche se si tratta comunque sempre di militi) e le dimissioni di quattro membri del consiglio (che in totale sono 9).
I quaranta firmatari avevano chiesto al presidente Angelo Ruggeri ed al consiglio una nuova assemblea per chiarire le cose, ma, a quanto hanno riferito, sarabbe stata loro negata.
Ed ecco il loro intervento per smuovere la situazione.
«In questi giorni abbiamo tentato di recuperare la grave situazione che si è creata all’interno dell’Ap in quanto riteniamo indispensabile salvaguardare questa grande risorsa. Purtroppo, dopo aver consegnato e inviato al nostro presidente una comunicazione, con una chiara richiesta di riavvicinamento, attraverso una assemblea dei soci che il consiglio direttivo riunitosi il 25 novembre scorso avrebbe dovuto convocare, ci vediamo costretti a intervenire». «Siamo un numeroso gruppo di volontari che quotidianamente donano il proprio tempo libero alla Pubblica Assistenza Borgotaro-Albareto e svolgono numerosi turni quotidiani - chiariscono -. La nostra intenzione è far conoscere la reale situazione e tranquillizzare la popolazione: il nostro sodalizio è più che mai funzionante ed in grado di garantire, come sempre, un servizio attento e organizzato».
Poi iniziano le osservazioni. «In questi ultimi anni -scrivono - molte valutazioni e scelte del consiglio direttivo sono state assunte perdendo di vista, a nostro avviso, il vero e unico scopo dell’associazione: aiutare il prossimo in un settore particolare e difficile come quello sanitario. Sempre di più ci viene chiesta una preparazione professionale e sempre più le nostre attrezzature sono tecniche ed impegnative nel loro utilizzo, ed è per questo che, secondo noi, il settore sanitario dovrebbe essere tenuto in considerazione prioritaria rispetto a tutte le altre attività collaterali della Pubblica». Invece, dicono, «purtroppo, sempre di più, ci sentiamo dire che non ci sono soldi per acquistare le attrezzature, i prodotti sanitari presenti sulle ambulanze e non, per ultimo, il vestiario dei volontari, anche per poter garantire a loro la massima sicurezza. Noi pensiamo che, in questi anni, le priorità da parte del direttivo siano state indirizzate ad altri obiettivi. Il volontario, che dovrebbe essere la figura portante del lavoro che svolgiamo, viene messo in secondo piano da decisioni prese molto spesso da pochi, senza la condivisione del consiglio stesso. Gli ultimi episodi sono solo alcuni dei fatti che ci hanno portato ad assumere la scelta provocatoria e polemica di dimissione da parte di 4 consiglieri sui 9 presenti. Si tratta di un messaggio di aiuto per riuscire a ricondurre la nostra Pubblica al lavoro prioritario per cui è nata».
«Non possiamo - continuano - accettare che le discussioni “di soldi” siano il solo argomento all’interno del consiglio direttivo. Non possiamo accettare che la prima domanda alla richiesta di un viaggio sia “Chi paga?”. Non possiamo accettare che nei bilanci della Pubblica le voci sanitarie siano irrisorie nel contesto degli investimenti. Non possiamo accettare di acquistare un'ambulanza nuova per i festeggiamenti del 30° di fondazione, ma la dobbiamo allestire con materiale sanitario usato o di recupero delle altre ambulanze, “perchè non ci sono soldi”. Non possiamo accettare che per zittire chi non la pensa come pochi, si utilizzi la pratica della minaccia o, peggio ancora, dell’isolamento. Tutto questo, per noi, è un problema enorme ed importate per il futuro della Pubblica, e non vogliamo che questi episodi e questa situazione si protragga ancora per molto. E’ per questo che chiediamo a gran voce una assemblea straordinaria ed ai cittadini di partecipare, per discutere apertamente tutte le problematiche».
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