Calano le cause per dichiarare la nullità di matrimoni, ma ne aumenta la complessità. Il trend degli ultimi anni è confermato anche nel 2010, il cui bilancio è stato illustrato all’apertura dell’anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale Emiliano, con sede a Modena, dal vicario giudiziale monsignor Vittorino Tazzioli.
Il Tribunale tratta le cause di nullità del matrimonio nel primo grado per le diocesi di Modena-Nonantola, Carpi, Reggio Emilia-Guastalla, Parma, Fidenza e Piacenza-Bobbio. L’appello, quando necessario, a Bologna, al Tribunale Ecclesiastico Regionale Felsineo. Le cause entrate nel 2011 sono state 155 (-13,98% sul 2009, quando erano state 180); 321 le cause trattate nell’anno (350). Le cause definite, sono in totale 173; 163 quelle con sentenza affermativa sulla nullità, 10 quelle con sentenza negativa. Le cause abbandonate o sospese sono 11, erano 166 quelle pendenti dall’anno precedente, 137 quelle che restano pendenti a fine 2010, il 17,47% in meno rispetto all’anno scorso.
Dieci delle cause trattate sono entrate da Carpi (14 l’anno precedente), 6 da Fidenza (erano 4), 52 da Modena, come l’anno scorso; 25 da Piacenza, (erano 32), 29 da Parma (35 nel 2009), 33 da Reggio Emilia, da cui erano 43 lo scorso anno.
Quanto ai capi di nullità (ogni causa può essere avanzata secondo due o più capi) ci sono 48 cause affermative per difetto della discrezione del giudizio (cioè «non capire qual è la natura del matrimonio»), e 49 per l’incapacità psicologica di assumersi gli oneri del vincolo, 16 negative sulle stesse ragioni per ciascun capo. L’esclusione della fedeltà è stata accolta come causa di nullità in 8 casi, ma rifiutata in 3; in 76 cause è stata accolta l’esclusione dell’indissolubilità, in 96 l’esclusione della prole.
Il tribunale, ha spiegato l’arcivescovo di Modena Antonio Lanfranchi aprendo l’anno giudiziario, «è il luogo in cui la comunità ecclesiale si prende a cuore la fragilità di chi ha vissuto il fallimento, dicendo che la Chiesa ama queste persone. C'è la necessità di sinergia tra le attività formative della Chiesa, per educare persone che sappiano pronunciare un sì libero e responsabile. Ci sono alcuni atteggiamenti - ha concluso - che permettono all’amore di andare lontano: uscire da sè per andare verso l’altro, decidersi per l’altro, sacrificarsi per l’altro nella gratuità, la coscienza di coppia, una visione realistica della vita. Sono questi che consentono un lungo cammino».
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Kenny
16 Febbraio @ 18.29
Per forza con la crisi che c'è, è una spesa anche separarsi.
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